Petizioni

Ormai posso dire che è un’attività che mi impegna davvero molto. Sono iscritta a decine e decine di associazioni che lottano per i diritti animali e perché sia riconosciuta la loro sofferenza. Un giorno le conterò, ma la realtà è che continuo ad iscrivermi e a partecipare sempre più a nuove iniziative, nuovi movimenti, restando poi sempre in contatto con loro per conoscere le sorti delle petizioni a cui partecipo, e sono centinaia. Ho deciso quasi due anni fa di scrivere tutte le azioni a cui partecipo, e quando ho cominciato a vedere la quantità di fenomeni di violenza e di sopruso che sono degne ogni mese di grande attenzione, mi sono impressionata. Intendo, in realtà, aumentare a dismisura la mia partecipazione, vorrei arrivare ad iscrivermi a qualsiasi movimento e associazione si batta su qualunque tema a livello locale, nazionale, internazionale dell’intero mondo. Mi aiuta la conoscenza di alcune lingue, perché così posso a mia volta interagire con loro e segnalare casi a me noti. Attualmente, le mail di iniziative e petizioni sono già così tante da non poterle seguire giornalmente. Devo per forza lasciar scorrere due-tre giorni per poi immergermi per alcune ore e dar loro seguito evitando troppo arretrato, o le azioni non sarebbero sempre efficaci. Le tematiche sono le più svariate, e un po’ alla volta le illustrerò io stessa sperando di gettare qualche seme nella coscienza di qualcuno. Non si tratta poi, solo, di cliccare da qualche parte, ma di leggere molti studi, narrazioni, inchieste su ciò che orribilmente avviene in ogni angolo del mondo. Talvolta, mi si accappona la pelle, pur avendo già visto e letto di tutto. Il livello di malvagità che l’uomo è in grado di raggiungere mi lascia sgomenta. Al momento, la mia azione è incisiva sul territorio italiano, francese, spagnolo, americano, canadese, indiano. Vorrei raggiungere l’intero pianeta, vorrei conoscere ogni singolo sopruso riguardi quelle anime innocenti, vorrei partecipare a tutto. Parteciperò a tutto, l’ho deciso. Alcune campagne, ovviamente, si ripropongono, perché certe manifestazioni di pura violenza si ripetono negli anni rimanendo inascoltate. Altre richiedono tempo perché le persone comincino a riflettere e a voler cambiare la propria visione del mondo e della vita. Della loro, innanzitutto, e dunque di quella degli altri. Alcune sono iniziative di giustizia per un singolo animale che ha subito atti violentissimi, altre sono destinate agli esponenti governativi, al Congresso americano, ai ministri dei vari paesi, ai legislatori perché introducano migliorie e mitighino qualche effetto. C’è anche qualche vittoria, delle gocce nel mare. Ma la mia personale impressione è che la violenza contro gli animali stia paurosamente aumentando, sia in forma diretta e derivante dalla rabbia insita in gran parte dell’umanità, sia in forma indiretta e a volte inconsapevole, come quella derivante dall’alimentazione carnea. Non viene praticata dal singolo, ma viene demandata ad altri. L’ultima cosa che vorrei fare è girare la faccia dall’altra parte, e questa attività mi ha accompagnata sin da quando avevo 8-10 anni e al tg dell’epoca mostrarono le efferatezze perpetrate agli animali nei laboratori farmaceutici. Non se ne parlava quanto ora, ma le battaglie non scherzavano affatto, facevano chiudere interi reparti d’azienda con picchetti che potevano durare mesi. La società inglese era all’avanguardia, in questo, ma quella stessa cultura ha imposto un modello di ricerca del guadagno a tutti i costi che oggi è fuori controllo e non fa onore a nessuno, che ha relegato gli animali a oggetti da sfruttare in tutti i modi. Continuerò imperterrita a partecipare a tutto, ad aumentare le mie iscrizioni in ogni dove, a fare gesti per loro sperando che perdonino quelle mani che, avendoli tanto odiati, odiavano se stesse.

Ultimi

Il 20 gennaio il Parlamento europeo si è espresso sulle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta (ANIT) istituita nel 2020 e chiamata a esaminare l’applicazione delle norme previste per il trasporto di animali vivi. Si è trattata della prima Commissione in assoluto istituita per approfondire la questione del benessere degli animali; purtroppo, l’occasione di ottenere dei miglioramenti è andata perduta per i noti interessi industriali che si celano dietro i parlamentari votanti. Di fatto, la crudeltà nella UE è del tutto legale e accettabile.

 Infatti:
Non sono stati proibiti i trasporti degli animali non ancora svezzati

Non sono stati proibiti i trasporti delle femmine gravide

Non sono stati proibiti i viaggi più lunghi di 8 ore

Non sono state proibite le esportazioni di animali vivi in paesi extra europei

La Commissione europea intende tuttavia procedere ad una revisione completa delle leggi in materia di allevamento, trasporto e macellazione degli animali attraverso un’analisi delle problematiche che verranno approfondite per tutto il 2021 e 2022 e che porterà alla formulazione di nuove normative.

Abbiamo partecipato all’importante consultazione pubblica sulla revisione della normativa UE in tema di allevamenti, trasporto e macellazione la cui scadenza era il 21 gennaio. Mi sento sempre onorata di poter fare qualcosa insieme a tutta la mia famiglia. Pur trattandosi di un’occasione fondamentale, a cui moltissimi cittadini europei hanno partecipato, c’era però da stupirsi di determinate domande che venivano poste nel formulario.

‘ Pensa che il trasporto di femmine gravide sia da confermare o da vietare?’

‘Ritiene che il trasporto di vitelli NON ANCORA SVEZZATI sia da confermare o da vietare?’

Abbiamo risposto a tutte le domande, naturalmente, chiedendoci però se sia più cretino chi legiferi senza compassione o chi ponga certe domande con l’intento di effettuare una revisione. Certi orrori non dovrebbero esistere e basta, qualunque interesse industriale vi si celi dietro.

Una casistica tra tutte: il trasporto su strada degli agnelli dall’Est Europa all’Italia in occasione delle festività pasquali e natalizie; spesso questi cuccioli non sono ancora svezzati, si feriscono gravemente durante il viaggio e arrivano al macello dopo lunghe ore senza acqua e cibo. E la situazione è inaccettabile anche per gli ovini e i bovini che viaggiano al di là dei confini europei, verso Medio Oriente e Nord Africa.

Abbiamo richiesto telecamere nei macelli, formazione per tutti gli operatori, ampliamento di normative stringenti anche ad una serie di altre specie animali.

Vedremo cosa accadrà e quanto si avrà desiderio di intervenire per proteggere gli animali allevati a scopo alimentare, gli ultimi tra gli ultimi.

C’è un’altra importante iniziativa a cui però si può ancora partecipare entro il 31 gennaio 2022: Stop Finning – Stop the Trade (stop-finning-eu.org/it/). Ogni singolo minuto, infatti, centinaia di squali vengono uccisi per lo spinnamento della loro pinna che serve a realizzare la zuppa di squalo (73 milioni di squali ogni anno, fonte LAV, con massima concentrazione tra Spagna, Portogallo e Francia).  Gli squali, ancora vivi, vengono poi ributtati in mare, andando incontro ad una morte dolorosa per soffocamento o dissanguamento. Ebbene, poiché l’Europa è tra i principali protagonisti di questa caccia infame, chiediamo la messa al bando dell’importazione, esportazione e transito delle pinne di squalo e di razza in tutta l’UE.

Spero partecipino in tanti. Aiutiamo le creature a vivere senza alcuna forma di violenza e di sfruttamento da parte dell’uomo.

All’Autunno

Tempo di nebbie e d’ubertà matura,
Dell’almo sole amico prediletto;
Tu che, seco, la vite ti dai cura
Di far felice d’uve, intorno al tetto,
E di pomi i muscosi alberi adorni,
Gonfi la zucca, e alle nocciuòle un sapido
Gheriglio infondi, e i frutti empi di nettare,
E ancor fai gemme, ultimi fior per l’api,
Ond’esse credon che coi caldi giorni
Sopra la terra Estate ognor soggiorni,
Per cui trabocca ogni umida celletta:

Chi non ti ha visto tra le tue ricchezze?
Talor chi cerca scopre te: sei colco
Su un’aia, pigro, ventilanti brezze
Fra i tuoi crini asolando; o presso un solco
Mezzo-mietuto, mentre il tuo falcetto
Lascia di tagliar l’erba e i fiori attorti,
T’infondono i papaveri il sopore;
O, attraversando un rivo, il capo eretto,
Come spigolatrice, a volte porti;
O, ad un torchio di sidro, gli occhi assorti
Tu fissi al gemitio per ore ed ore.

Dove son, dove i cantici di Maggio?
Non pensarvi, hai tu pur tua melodia:
Quando, affocando il dì che muor, d’un raggio
Roseo le stoppie opaca nube stria,
Un coro di zanzare si querela
Tra i salci fluviali, in basso o in suso
Spinte, secondo il vento cada o aneli,
E dai borri gli agnelli adulti belano,
Cantano i grilli, ed un gorgheggio effuso
Fa il pettirosso da un giardino chiuso,
Rondini a stormi stridono pei cieli.

(Traduzione di Mario Praz)

Con questo bellissimo componimento, il grande poeta romantico inglese John Keats (1795 – 1821) descrive piccole oggettività autunnali. Questa ciclicità stagionale, che chiude con i mesi freddi, è la ruota della vita stessa; della sua vita, dato che il poeta è gravemente ammalato e consapevole di trovarsi nell’autunno della propria esistenza ancora giovanissimo. Accettata pienamente la sorte, egli non vi si ribella ma si culla nella mera descrizione di ciò che la vita offre, ove l’esistenza di ciascuno ha un profondo significato per sé e per gli altri in un universo pullulante di senso. Ogni autunno, la natura è generosa di eventi gravi e lievi, taluni impercettibili eppure importanti; talvolta, essi sembrano non lasciare traccia alcuna se non accorgendoci noi stessi della loro profondità e del loro senso. La memoria di ciò che è già accaduto ci accompagna nell’osservare ciò che accade, in una ripetizione costante ed infinita. Così, ognuno è al proprio posto nel gioco della vita, come Keats lo è in quel momento. Questo flusso continuo si smorza col calare della luce, con l’avvento del freddo, con la morte stessa. Eppure il ritorno è certo: il chiarore e il tepore accompagneranno la nostra ricomparsa che si manifesterà con certezza e come sempre accaduto, come rondini a Primavera in un ciclo infinito.

In una soffitta

Erano trascorse solo due settimane da quel 23 settembre, data in cui Missy se ne era andata, quando – un primo pomeriggio – avevo sentito un forte e disperato richiamo. Mi ero recata a trovare proprio Missy e da quel punto del prato il richiamo si faceva ancora più forte e insistente. Ho capito che si trattava di un micetto, qui ci sono molti gatti e un gran numero di nuove nascite, e che le urla venivano dall’alto. Così, sono rientrata in casa e ho salito le scale fino all’ultimo piano e da qui ho raggiunto la soffitta. Questo luogo ha infatti delle aperture da cui le future mamme si infilano per dare alla luce i loro piccoli. I miagolii struggenti mi hanno guidata fino a trovare, tra vecchie gerle e cassette di frutta, un piccolo micino totalmente solo. Era infreddolito, affamato e sul bordo di un’apertura che lo avrebbe inghiottito nel vuoto. L’ho preso, gli ho dato un po’ di latte tiepido con una siringa e poi, lasciandolo ancora affamato perché quel latte non era di consistenza sufficiente, siamo andati a procurarci il latte apposito e il biberon con cui lo avremmo nutrito nei giorni a venire. Il micetto aveva appena aperto gli occhi, ancora velati, e non doveva avere più di 10-12 giorni. Nei giorni seguenti, tenendolo al caldo e rigorosamente attaccato a me, e nutrito in continuazione ogni due ore, si è stabilizzato nel peso e nei ritmi ed ha cominciato le sue profonde dormite. Si è poi scoperto che il micino è in realtà una micina che ho chiamato Mia, secondo la mia tradizione che vuole gatte femmine con nomi che cominciano per Emme (Melissa, Minnie, Missy, Mia). Non ero, a dire il vero, in cerca di un nuovo gattino da allevare. In molti me ne avevano offerti ma preferivo cullarmi nel ricordo di Missy. E, inoltre, un compagno di vita non deve essere né acquistato né ‘dato’. Semplicemente, deve comparire sulla tua strada, in questo caso nella mia stessa casa.

La cosa più sorprendente, un vero miracolo, è l’imprinting. Mia ha iniziato a vedere il mio viso non appena ha cominciato a distinguere qualcosa, e per lei dovevo essere senz’ombra di dubbi la sua mamma. Da me trovava nutrimento, da me il calore, con me dormiva, con me giocava. Dunque, non c’erano dubbi su chi fossi. Ha da subito memorizzato la mia voce, e se in una stanza mi sente parlare, il suo capino si gira solo verso di me. La osservo moltissimo e ho notato che i suoi occhietti cercano i miei. Se giro il volto da un’altra parte, lei viene a cercare il mio sguardo. E’ commovente. Le canto delle ninne nanne e si tranquillizza all’istante, ed è come avere un bambino che sta in una sola mano.

Ora Mia sta crescendo e ha compiuto un mese. Ho cominciato a farle assaggiare una prima pappa che succhia avidamente come farebbe col biberon, non sapendo ancora mangiare pienamente. Da un giorno all’altro le sono spuntati i dentini minuscoli, da un giorno all’altro ha cominciato a camminare e poi a correre goffamente. Spesso mi sembra che rida, ed io rido con lei. Le ho già raccontato di me, l’ho portata a fare visita a Minnie e a Missy nel piccolo luogo della loro sepoltura, le ho spiegato che loro sono state grandi amiche. Crescerò Mia in casa per tutto l’inverno. Poi, in primavera, giocherà fuori e comincerà per lei una nuova avventura tra prati, boschi e altri animali con cui accompagnarsi e da cui apprendere le malizie della vita. Benvenuta Mia, cuore di mamma!

Il primo giorno d’Autunno

Missy era indubitabilmente bella ma lei non lo sapeva. Era qualcosa che noi umani riconoscevamo in lei attribuendole dei canoni estetici di perfezione che però non la riguardavano affatto. Entrata cucciola nella nostra famiglia dopo essere scappata da non si sa dove, ha mostrato presto le sue doti di cacciatrice attenta, pronta a balzare ovunque qualcosa attirasse la sua attenzione felina. Non c’è stato momento della nostra vita, in questi 17 anni, a cui non abbia partecipato; gioia e dolore che non abbia con noi condiviso. Non miagolava mai: per anni non abbiamo mai sentito la sua voce. Accettava qualunque cosa le fosse data, qualunque momento potesse vivere con noi, semplicemente essendoci e amando. I suoi sguardi erano dolci, scrutavano l’anima e inondavano di purezza. Non aveva bisogno di imporsi ma solo di condurre la sua esistenza al nostro fianco per lunghi anni, nel silenzio dei suoi pensieri, con le sue vibrazioni di pace. E’ stata per me, per noi, molto più che una compagna di vita. A me ha dato molte lezioni su cosa significhi l’amore incondizionato che penso di aver provato solo con lei e con le altre gatte che sono entrate nella mia vita. Zero scambi, zero richieste, zero condizioni. Le piaceva venire in montagna perché si sentiva un gatto a tutti gli effetti e rispondeva ai molti richiami della natura. Ma poi, rientrata a casa, amava il contatto con le nostre carezze e il calore della famiglia. Le sue fusa erano potenti e partivano all’istante non appena le si dicesse qualcosa con un certo tono di voce. Io, che non amo essere fotografata né fotografare altri, di lei ho centinaia di scatti e di video. Perché era lei, non un essere qualunque ma un essere trascendentale. A luglio Missy si è ammalata improvvisamente. Un episodio di febbre improvvisa proprio a lei che non aveva mai avuto nulla. Le venne una forma di demenza: non riconosceva i luoghi in cui andare a cibarsi e a bere, non riusciva più a dormire, tentava di scappare in continuazione proprio come fanno le persone con l’Alzheimer. Voleva uscire, si metteva di fronte al panorama dei boschi e guardava l’infinito, forse un richiamo la stava raggiungendo. Cominciai a prendermi ancora più cura di lei e a farla mangiare e bere, a portarla nella cassetta che non riconosceva più. Un paio di settimane dopo, le vidi il nasino perfetto totalmente sprofondato in un grave gonfiore del musetto. Si ritirava in disparte, Missy, e capii subito che qualcosa di grave stava accadendo. Cominciò ad emanare un odore terribile, di cancrena, dalla bocca. La veterinaria ci dette una pomata non riuscendo a capire di che si trattasse. Giorno dopo giorno, il muso si fece sempre più gonfio e cominciò a riempirsi di croste, il nasino si chiuse definitivamente e Missy respirava solo con la bocca. Smise di mangiare definitivamente e cominciai a idratarla con flebo. Le zampine davanti si deformarono impedendole di camminare senza cadere in continuazione. Gliele fasciai e mi ostinai a portarla fuori almeno dieci minuti al giorno per sentirsi viva. Faceva un passo e cascava. Allora si sdraiava e guardava di nuovo l’infinito. Vedevo la sua sofferenza ma non accettavo di dover ricorrere all’eutanasia, l’idea di togliere per mano mia la vita ad una creatura è qualcosa che non mi va giù. Il soffio di vita non appartiene a nessuno di noi. Ho quindi pregato, chiedendo a Dio che – se questa dovesse essere la fine di Missy, allora che stabilisse di non farla soffrire. A Missy, invece, ho chiesto di darmi un segno quando per lei la sofferenza fosse stata insopportabile. Ma speravo nella prima soluzione. I giorni passavano, la veterinaria diceva di non aver mai visto, in 25 anni di attività, un caso del genere. Sembrava qualcosa di inguaribile, e come unico aiuto (oltre a dell’antibiotico) ci dette una pomata che avrebbe fatto cadere le croste sul muso. L’odore era terribile. Di notte, Missy era con me nel letto, la tenevo stretta per scaldarla e le parlavo dolcemente. Cominciai a ringraziarla per il dono che aveva rappresentato per me, sentendole le ossicine del corpo che si facevano sempre più sporgenti giorno dopo giorno. Ero impotente. Una sera, dopo averla fatta bere un po’ nel letto, lei si passò la zampina sul musetto e un’intera guancia si staccò di netto lasciando scoperta l’arcata dentale. Rimasi di sasso e mi preoccupai di disinfettarla. La parte staccata, con tutte le vibrisse, era grigia e in cancrena. Missy non sembrava soffrire, però, era come se si fosse liberata di una parte di sé che non le apparteneva più. In compenso, venne via una parte di nasino e lei poté di nuovo respirare. La mattina dopo, sul cuscino trovai la seconda guancia e Missy era senza volto. Le rimanevano gli occhi, belli e dolci come sempre. Le parti in cancrena erano via, lei non ebbe più quell’odore e per me era ancora più bella di prima. Cominciò a mangiare con avidità e a bere autonomamente. Pesava un chilo e duecento grammi. La alimentavo spesso e non la lasciai un attimo sola, stava con me 24 ore al giorno. Quando ero al computer, la posizionavo sulla scrivania sopra una piccola coperta elettrica e le mettevo in sottofondo alcune melodie di Mozart che tanto le piacevano. La medicavo, la nutrivo, la portavo fuori cinque minuti a guardare l’infinito. Le parlavo e la accarezzavo tanto. Ma era di notte che sentivo di amarla come non ho mai amato nessuno. La stringevo, la coprivo, vegliavo su di lei in continuazione. Faceva la pipì ovunque si trovasse come una bambina o come una vecchina. La amavo così tanto che mi si spezzava il cuore vederla così indifesa, così gracile. Avrei fatto e dato qualunque cosa per lei incondizionatamente. Ecco cos’è l’amore. Missy resistette qualche giorno ancora e poi smise di nuovo di mangiare e di bere. Sapevo che era questione di poco e le rimase l’istinto di voler uscire come prima. Per le ore serali, le avevo fatto un giaciglio sulla grande mensola della finestra da cui poteva vedere i boschi e gli animali. Sentiva sicuramente un richiamo. Non ce la faceva più a vivere e chiesi a Dio di prenderla con sé. Avvenne così, la sera del primo giorno d’Autunno. Nel silenzio e nella pace che avevano contraddistinto la sua vita intera, senza farsi sentire, senza creare disturbo. Non si era lamentata mai. La notte, ormai un corpicino senza vita, ha dormito ancora con me e l’ho coperta come solevo fare. Ho conservato la federa su cui poggiava la testina, e ho conservato le fasciature delle zampine. La mattina dopo, in una bellissima cassetta di legno, avvolta in un lenzuolino e in una coperta che le fosse d’aiuto per l’inverno imminente, al collo un piccolo crocifisso, l’abbiamo sepolta sotto un frassino, su una collinetta del nostro terreno che vedo dalla finestra della mia camera. Rivolta ad est, saluta il sole del mattino e guarda a quell’infinito che sempre cercava. La vado a trovare ogni giorno e la piccola tomba è ora decorata di sassolini bianchi e di violette. Il vuoto è immenso, nemmeno descrivibile. Ma tutte le sere, da quando lei è lì, un cerbiatto vaga sulla collinetta e le porge i suoi saluti, e ho poi scoperto che la sua tana è proprio a tre metri dalla piccola tomba. Non è sola, Missy, è anche visitata dai molti gatti della zona che giocano con i fiocchi che ho deposto insieme alle violette. Missy sa quanto è stata amata, ed io so quanto sono stata amata da lei di quell’amore così puro. Questa mattina, recandomi da lei, le ho chiesto di farsi viva con qualunque sembianza, saprò riconoscerla all’istante. Mi chiedo se valga la pena gioire tanto per poi soffrire in questo modo, ma la risposta è si. Missy è stata una grande lezione di vita e mi ha sicuramente migliorata.

E’ stato un onore per me averti al mio fianco, Missy; spero di aver fatto abbastanza e di esserti stata degna. Ti penso sempre.

Visioni

Nei vari incontri col vecchio proprietario della casa, nei quali intendeva illustrarmi il giardino con le sue piante, la casa stessa e le sue fasi di costruzione, nonché tutte le particolarità del vivere, ci ha tenuto a raccomandarmi ossessivamente di proseguire in una serie di sue consuetudini. Tutte le sere, nella vallata davanti casa, arrivano infatti molti animali dal bosco per nutrirsi, ed io avrei dovuto inserire una recinzione elettrica per scoraggiarli. Benché si sia immersi nella natura, infatti, la natura per molte persone – ed è un pensiero assai diffuso – non deve entrare in contrasto con il loro banale vivere. Ci ha tenuto a dirmi che sugli alberi da frutta vanno appese delle trappole per catturare e uccidere i calabroni che di quella frutta si nutrono, che sull’intera superficie del cortile d’entrata occorre dare più volte all’anno del diserbante, altrimenti tra la ghiaia nascerebbe l’erba. Lo stesso diserbante andrà dato anche di qua e di là alla base degli alberi (così muoiono anche uccelli e insetti), mentre contro le talpe ci sono metodi per la loro uccisione per salvaguardare l’orto. Mi ha chiesto se avevo un gatto, e alla mia risposta positiva si è sentito soddisfatto perché così avrebbe cacciato gli scoiattoli che a settembre vanno sugli alberi di nocciole e di noci, come se io avessi preso una gatta perché mi fornisse un’utilità. E’ andato avanti così per parecchie volte, ma gli ho spiegato che non avverrà nulla di ciò che mi ha suggerito di fare. Anzi, avverrà l’esatto opposto e che se ne facesse una ragione. Non sia mai, vero, che io debba raccogliere una prugna in meno delle 30 casse che le piante offrono. O un kiwi in meno, o una mela, una pera, una nocciola, una noce, una castagna. Non sia mai che dall’orto qualcuno si prenda un cetriolo, considerando che ho avuto la benedizione di mangiare cibi dell’orto in continuazione. No, l’uomo vuole tutto per sé, ritenendo che il principio di proprietà privata sia da applicare anche contro le mosche. Un animale è come un vicino di casa che sconfina e, come tale, va ricacciato nella selva. E’ un problema culturale molto serio che fa più danni di quanto si pensi; in una parola: Egoismo.

Non solo non ci sarà alcuna recinzione, ma per molte sere mi sono recata ad osservare quei magnifici animali, vedendo branchi di cinghiali, famiglie intere di caprioli, cervi dai palchi imponenti, tassi, volpi. E’ magnifico vederli avvicinare agli alberi carichi di frutta dai quali si sono già abbondantemente serviti uccellini e insettini vari. Loro raccolgono ciò che è caduto, ma io raccolgo direttamente dai rami e lancio sui prati apposta per loro. Quegli alberi hanno dato così tanta frutta estiva da essercene per tutte le creature, ed anzi io vengo dopo di loro. Le talpe vivranno facendo ciò per cui sono nate, i calabroni anche. Nessuna creatura verrà toccata ma verrà accolta e nutrita. Nessun filo d’erba dovrà più temere una sola goccia di diserbante. L’erba tagliata verrà raccolta e fatta asciugare in un fienile per nutrire gli animali in inverno, quando il bosco offrirà poco, e costruiremo un’area in cui depositarlo per loro insieme a frutta e semi. Passerò ore a guardarli e farò in modo che mi riconoscano. Li fotograferò. Li disegnerò. Li amerò.

Luna Piena

Dalla parte opposta al Sole, con un’età di 14,7 giorni, appare magnificamente illuminata e nel massimo del suo splendore. Guardandola ci si innamora di lei all’istante, per il fascino e il potere che esercita su di noi, su animali e piante, sull’intero Pianeta. E’ meravigliosa e altera, imponente, perfetta. Si trova a metà del suo ciclo ed offre il volto pienamente, senza titubanze, senza paure, guardandoci dall’alto e benedicendoci, osservandoci dritti negli occhi senza riserve. Questa fase è la più potente di tutte, portatrice del compimento di progetti, ricongiungimento tra anime che si cercano, realizzazione di idee e creazioni. Le facoltà psichiche sono al massimo. Nella serata di Luna Piena, le si può chiedere di allontanare da noi, portando con sé nella fase calante dei giorni a venire, ciò che non fa più per noi: persone, ricordi, situazioni, paure, abitudini. E’ il rituale di allontanamento e di guarigione della psiche che può essere svolto semplicemente lasciandosi inondare dai suoi potenti raggi o facendo un bagno in mare ed esponendoci al suo sguardo.

Ogni lunazione mensile ha inoltre un significato preciso.

Quella di Agosto è la Luna del Grano: si raccolgono i frutti della terra e si prepara il terreno al prossimo inverno, così come il nostro organismo si prepara alla stagione fredda.

Settembre, Luna del Raccolto: si allontanano le ombre della notte e si fa incetta di luce interiore.

Ottobre, Luna Rossa: i rami di foglie assumono tale colore, la linfa rallenta e si va incontro al sonno invernale. L’organismo deve essere predisposto per l’inverno assumendo sali minerali e sostanze energetiche.

Novembre, Luna della Neve: i lavori si svolgono al chiuso e nel silenzio. La campagna si ferma nel proprio letargo.

Dicembre, Luna Fredda: simboleggia l’arrivo del nuovo anno attraverso il simbolo della quercia che ha profonde radici nell’oscurità dell’anno trascorso e una chioma che si eleva nel cielo nuovo.

Gennaio, Luna del Lupo: purifica e rinnova, spazza via il passato e prepara al risveglio. Si attende il Sole per ricominciare.

Febbraio, Luna di Ghiaccio: l’inverno è quasi alle spalle e si ha fame di nuovi raccolti. E’ il passaggio dal sonno al completo risveglio primaverile, chiude e riapre un ciclo.

Marzo, Luna della Tempesta: la vita si rinnova, la luce riappare, la linfa torna a fluire nella vegetazione. Molti alberi cominciano a fiorire.

Aprile, Luna dei Nuovi Inizi: tutto si rinnova e così anche l’organismo umano che si ricarica energeticamente.

Maggio, Luna della Lepre: nascono creature domestiche e selvatiche. E’ la Luna dell’abbondanza, della fecondità e del latte materno, dei profumi, dei fiori. Tutto viene seminato e l’organismo umano si libera dagli stati depressivi.

Giugno, Luna dell’Idromele: la natura rigogliosa è al culmine del suo splendore. E’ tempo di sacralità.

Luglio, Luna del Fieno: si raccoglie e si conserva per i tempi a venire. Si fanno essiccare le erbe officinali.

Domani, giorno di Luna Piena, è dunque possibile esporre i nostri oggetti più cari ai suoi raggi e allunare l’acqua da bere. Tutto andrà esattamente per il verso che abbiamo desiderato.

Fairies House

“Ebbs and Flows” Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

E’ uno spettacolo. L’ho scelta al primo sguardo e lei ha scelto me. Benché io abbia voluto visitare anche altre case, tutte altrettanto belle e ricche di dettagli affascinanti, sapevo dal primo istante che sarebbe stata lei. La mia mente tornava lì, il mio cuore percepiva le energie provenienti da quel magnifico giardino e dal bosco. Doveva essere lei e, nonostante gli ostacoli che mi si sono presentati davanti, e i lunghi tempi, non ho mai nemmeno pensato di dovervi rinunciare. Sapevo che mi stava aspettando, che entrambe ci cercavamo da tempo. Così è stato. Quel giardino, su cui passeggiare a piedi scalzi raccogliendo i pensieri e volgendo lo sguardo ora a un fiore, ora alla vallata che si estende nel retro casa, fino a raggiungere il bosco da cui provengono suoni di ogni tipo, quel giardino mi ha incantata. Avrò alberi in abbondanza da abbracciare e a cui fare i miei discorsi. Alberi da amare. Si chiamerà Fairies House perché qui, le fate, ci sono. Fate che mi accompagneranno in una nuova era ricca di stimoli e di creatività. Sarà un’oasi di pace e di meditazione; sarà un santuario per gli animali che mi verranno a trovare. Sarà un luogo sacro come sacra è la terra su cui sorge. A pochi metri, infatti, una chiesa con un bellissimo campanile romanico ricorda lo scorrere del tempo con le sue possenti campane, e ricongiunge alle vite dei molti che per secoli hanno pregato su questa terra. C’è qualcosa, in quella casa, queste sue vibrazioni, che cattura chi sa percepire. Un dono che spero di meritare. Riprenderò dunque a scrivere di molte cose ed anche di lei, la casa delle Fate.

Dialoghi: sulla civiltà, sull’anima, sul cibo

Srila Prabhupada: La civiltà occidentale è una civiltà sbagliata che aumenta artificialmente le necessità della vita. Per esempio, prendiamo l’energia elettrica. La luce elettrica ha bisogno di un generatore e per farlo funzionare ci vuole il petrolio. Appena la scorta di petrolio finisce si ferma tutto. Per avere il petrolio però dovete cercarlo con grande impegno e perforare profondamente la Terra, qualche volta in mezzo all’oceano. Questo è ugra-karma, un lavoro orribile. Si può ottenere lo stesso scopo coltivando semi di ricino, da cui estrarre l’olio da mettere in una ciotola con uno stoppino.

Ammettiamo che con l’elettricità abbiate migliorato il sistema d’illuminazione, ma per ottenere questo miglioramento dalle lampade ad olio di ricino alle lampade elettriche è necessario un duro lavoro. Dovete andare in mezzo all’oceano a trivellare per estrarre il petrolio e in questo modo perdete il vero scopo della vostra vita. Siete in una posizione pericolosa, in un continuo susseguirsi di nascite e morti nelle varie specie di vita. Come riuscire a liberarsi da questo ciclo di nascite e morti – questo è il vostro problema. E questo problema è destinato ad essere risolto quando si ha la forma umana. Avete un’intelligenza abbastanza sviluppata per realizzarvi, ma invece di usarla per questo scopo la impiegate per passare dalla lampada ad olio alla lampada elettrica. Questo è tutto.

Discepolo 1: La gente potrebbe dire che i tuoi suggerimenti non sono pratici. Inoltre, con l’elettricità si fanno molte altre cose, oltre che illuminare. La maggior parte delle nostre comodità moderne dipende più o meno dall’elettricità.

Srila Prabhupada: In questa vita puoi anche vivere comodamente, ma nella prossima potresti diventare un cane.

Discepolo 2: La gente non ci crede.

Srila Prabhupada: Che ci creda o no, questo è vero. Per esempio, un bambino non sa che diventerà un giovanotto, ma sua madre e suo padre lo sanno. Se il bambino dice: “No, non diventerò un giovanotto,” questo è infantile. Il padre e la madre sanno che il bambino diventerà un giovane uomo e che dovranno educarlo in modo che possa sistemarsi adeguatamente. Questo è il dovere di colui a cui è affidato il figlio. Nello stesso modo, quando parliamo di trasmigrazione dell’anima, un mascalzone può dire: “Non ci credo,” ma essa resta una realtà. Un mascalzone, un pazzo, può dire che non è vero che ci sia la trasmigrazione, ma la realtà è che dovrà accettare un altro corpo in base alla qualità del suo impegno in questa vita.

Discepolo 2: E se qualcuno dice: “È difficile trascorrere la vita a coltivare i semi di ricino e in generale è molto difficile coltivare. È più facile andare in una fabbrica per otto ore, tornarsene a casa con il denaro e divertirsi.”

Srila Prabhupada: Puoi divertirti, ma divertendoti dimentichi il vero scopo della vita. È una cosa intelligente? Ti è stato dato il corpo umano per migliorare la tua prossima vita.

Discepolo 1: Una volta, nella proprietà di John Lennon a Londra, dicesti che il trattore è la causa di molti guai oggi. Ha tolto tutto il lavoro ai giovani e li obbliga ad andare in città a cercare lavoro e qui vengono coinvolti nella gratificazione dei sensi. Ho notato che la vita in campagna è più semplice, più serena. È più facile occuparsi della vita spirituale.

Srila Prabhupada: Sì. La vita in campagna agita meno e affatica meno la mente. Basta che lavori un po’ per procurarti il cibo e per il resto del tempo puoi impegnarti nella coscienza di Dio. Questa è la vita ideale. [Srila Prabhupada mostra un fiore]. Guardate le fibre più piccole di questo fiore. Si possono fare in una fabbrica fibre così piccole? E com’è brillante il loro colore! Basta che osservi un fiore per diventare cosciente di Dio. C’è una macchina chiamata “natura” e tutto deriva da questa macchina, ma chi l’ha costruita?

Con esponenti delle Nazioni Unite:

Srila Prabhupada: Supponiamo che io chieda all’organizzazione delle Nazioni Unite di spiegare lo scopo di questa manifestazione cosmica. Io sono stato creato con un corpo di uomo, un altro con un corpo di elefante e un altro ancora come formica. Perché accade questo? Il sole sorge al momento giusto, la luna sorge al momento opportuno e le stagioni cambiano. Qual è lo scopo dietro a tutto ciò?

Sig. Sharma: Penso che le Nazioni Unite si troverebbero in difficoltà a risponderti.

Srila Prabhupada: Allora le persone, nonostante la loro cosiddetta cultura, sono diventate molto ottuse.

Sig. Sharma: Oh, sì. La cultura oggigiorno consiste in una semplice conoscenza libresca.

Srila Prabhupada: Anche se una persona esegue perfettamente i propri doveri, ma non capisce lo scopo della creazione, qualunque cosa faccia è semplicemente una perdita di tempo. Quindi, secondo il nostro punto di vista le Nazioni Unite sono solo una perdita di tempo. Anche da un punto di vista pratico, esse sono incapaci di risolvere qualsiasi cosa. L’idea originale era di impedire la guerra, ma ci sono state invece moltissime guerre che esse non sono riuscite ad impedire. Si sono dati il nome di Nazioni Unite, ma in realtà diventano sempre più dis-unite.
Le Nazioni Unite sono solo un insieme di persone che ingannano e sono ingannate. Qualcuno vuole ingannare e qualcun altro viene ingannato. Questa è la nostra opinione. Quindi come può un insieme di persone che ingannano e di persone che sono ingannate fare qualcosa di buono per la società umana? Esse ingannano. Non sanno come ottenere la pace, ma proclamano di poter portare la pace nel mondo. Dunque sono dei truffatori.

Sig. Sharma: Sì, molte persone diranno che le uniche cose importanti sono quelle che si possono spiegare razionalmente. Tutto il resto è aldilà della ragione.

Srila Prabhupada: Il nostro ragionamento però è logico. Tutto quello che si trova in questa stanza è stato creato, non è vero?

Sig. Sharma: Sì.

Srila Prabhupada: Questo tavolo è stato creato, la luce è stata creata – tutto è stato creato da qualcuno. Allora come puoi negare il fatto che qualcuno abbia creato tutto l’universo? Se affermi che tutto è avvenuto meccanicamente, questa è un’affermazione da mascalzoni. Qualcuno lo ha creato, ma chi è questo qualcuno? Non siamo noi i creatori. Perciò possiamo capire che questo mondo è stato creato da qualcun altro e quindi dobbiamo chiederci: chi è il proprietario? Sarò io il proprietario o sarà il creatore?

Sig. Sharma: Naturalmente il creatore.

Srila Prabhupada: Allora perché dicono: “Questo è il mio Paese?”

Sig. Sharma: Stai forse dicendo che gli Stati Uniti non appartengono agli americani?

Srila Prabhupada: Sì. Non appartengono a loro. Eppure questi mascalzoni dicono: “Questo è mio. Questa è la mia bandiera.” Perciò sono tutti dei truffatori. Combinano le cose cercando di ingannare gli altri. Gli americani pensano: “Come possiamo ingannare i russi?” E i russi pensano: “Come possiamo ingannare gli americani?” È questa la civiltà – comportarsi da truffatori e sprecare il tempo nelle cosiddette conferenze? Questa è civiltà?

Sig. Sharma: No, affatto.

Srila Prabhupada: In America hanno ingannato gli indiani pellerossa. Hanno preso la loro terra ed ora proclamano: “È mia.” E allora, dove avete preso questa terra? Avete ingannato gli indiani ed ora dite che la loro terra è vostra. Questo accade in tutto il mondo. Napoleone pensava: “La Francia è mia.” La Francia è ancora lì, ma dov’è Napoleone? Dove si trova ora? In Francia, all’inferno o in paradiso? Ci sono moltissimi posti e moltissime specie di vita. In questo corpo, in questa vita, io posso essere un nazionalista – come Napoleone o come Gandhi o come qualcuno che combatte nelle Nazioni Unite. Non appena questo corpo finirà ne prenderò un altro. Quindi tutta la durata della mia vita precedente è stata semplicemente uno spreco di tempo.

Sig. Sharma: Ho capito.

Srila Prabhupada: Semplicemente uno spreco. Stanno semplicemente sprecando il tempo. Non hanno una conoscenza perfetta – solo alcune idee utopiche e passano per appartenenti a una civiltà avanzata. Dovrebbero sapere qual è lo scopo della vita – qual è la nostra relazione con questa manifestazione cosmica. Deve esserci un creatore. Allora chi è il creatore? Qual è la mia relazione con Lui? Essi però trascurano tutte queste cose e tuttavia passano per leader mondiali.

Sig Sharma: Questo è il peggior tipo di governo. Sembra che il loro standard sia quello che tu hai detto: ogni nazione per conto proprio.

Srila Prabhupada: Un essere umano può tuttavia uscire dall’illusione. Queste persone non afferrano l’essenziale e senza necessità sprecano la loro vita nell’illusione.

Sull’anima:

Dottore: L’anima però è invisibile. Come puoi essere sicuro che esista? 

Srila Prabhupada: Il fatto che qualcosa sia invisibile non significa che non sappiamo che esiste. Anche il corpo sottile costituito da mente, intelligenza ed ego ti è invisibile, ma sai che il corpo sottile c’è. Abbiamo due tipi di corpo: un corpo grossolano composto di terra, acqua, fuoco, aria ed etere e un corpo sottile composto di mente, intelligenza ed ego. Puoi vedere il corpo composto di terra, acqua e così via, ma puoi vedere il corpo sottile? Puoi vedere la mente? Puoi vedere l’intelligenza? Eppure tutti sanno che hai una mente e che anch’io ho una mente.

Dottore: Queste sono cose astratte.

Srila Prabhupada: No, non sono astratte. Sono materia sottile, è così. Semplicemente non hai occhi per vederle.

Dottore: Al momento abbiamo tre metodi per studiare l’intelligenza.

Srila Prabhupada: In ogni modo, accetti che il corpo sottile esista anche se non puoi vederlo. Questo è il mio punto. Nello stesso modo l’anima esiste anche se non puoi vederla. L’anima è coperta dal corpo sottile e da quello grossolano. Quello che viene chiamato morte è l’annullamento del corpo grossolano. Il corpo sottile rimane e porta l’anima là dove può far crescere un altro corpo materiale adatto a soddisfare i desideri della sua mente.

Ospite inglese: Intendi dire che il corpo sottile e l’anima sono la stessa cosa?

Srila Prabhupada: No, l’anima è differente dal corpo sottile. L’anima è più sottile dell’intelligenza. Prima di tutto, con una comprensione grossolana, siamo consapevoli solo dei sensi del corpo. Coloro che sono simili agli animali pensano che i sensi siano tutto e non capiscono che i sensi sono controllati dalla mente. Se la mente di una persona è distorta, i suoi sensi non funzionano; è un pazzo. Perciò chi controlla i sensi è la mente; al di sopra della mente c’è l’intelligenza e al di sopra dell’intelligenza c’è l’anima. Non possiamo vedere la mente e neppure l’intelligenza, quindi come possiamo vedere l’anima? L’anima però esiste ed ha una sua grandezza. E se una persona non ha comprensione dell’anima spirituale non è migliore di un animale, perché s’identifica con il proprio corpo grossolano e con quello sottile.

*

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Gli scienziati moderni sono fortemente impegnati nel tentativo di creare la vita in laboratorio.

Srila Prabhupada: Cerca di capire questo. Proprio come Dio esiste già eternamente, così anche gli esseri viventi, essendo parte di Dio, esistono già dall’eternità. Perciò non c’è motivo di “creare”. Questa è stupidità, perché gli esseri viventi sono eterni, non sono mai creati. Semplicemente si manifestano nel mondo materiale in quattro modi. Alcuni di loro si manifestano attraverso i semi, alcuni attraverso la fermentazione, alcuni per mezzo delle uova ed altri per mezzo di un embrione. Gli esseri viventi però esistono già, perciò non ha senso parlare di “creazione”. Questa è la scienza degli esseri viventi. Esistono già milioni e trilioni di esseri viventi e tuttavia gli scienziati materialisti tengono grandi dibattiti su come creare qualcosa. Guarda com’è infantile questo comportamento. Essi sprecano il tempo ingannando le persone e sprecando il denaro di tutti guadagnato con fatica. Per questo io dico che sono dei mascalzoni. Essi cercano di “creare”. Che cosa potranno creare? C’è già tutto, ma loro non lo sanno, nonostante la loro cultura sviluppata.
Ora prova a dire a questi: “Mio caro signore, tu non puoi creare e niente può essere creato. Cerca piuttosto di conoscere da dove vengono gli esseri viventi, qual è la loro sorgente. Qual è il cervello dietro tutti i fenomeni materiali. Cerca di scoprire questo. Questa è vera conoscenza. Guarda questo bel fiore — pensi che si sia manifestato automaticamente, senza la direzione di un cervello? Questa filosofia è priva di senso. Questi cosiddetti scienziati usano molte parole altisonanti, ma in verità cosa riescono a spiegare? Nessun altro può capire, solo loro. Essi usano un linguaggio così complicato che nessuno può comprendere se loro non lo spiegano. Essi affermano che tutto si manifesta automaticamente “per natura”. Questo non è vero.

La natura è uno strumento, è come un meraviglioso computer, ma tuttavia c’è un operatore. Questi mascalzoni sono privi di buon senso. Come può esistere una macchina che lavori senza un operatore. Esiste una macchina così nella nostra esperienza? Come possono affermare che la natura opera automaticamente? Questa è vera conoscenza. Il semplice fatto che una macchina funzioni in modo meraviglioso, significa forse che non c’è un operatore? Per esempio, anche l’harmonium è una macchina e se è suonato da un esperto musicista produce suoni melodiosi e belli. “Oh che bellezza!”. Ma l’harmonium funziona ed emette suoni melodiosi automaticamente? Perciò essi sono assolutamente privi di buon senso e tuttavia dicono di essere scienziati. Questo è quello che ci fa dispiacere — il fatto che queste persone che sono prive di buon senso siano tuttavia considerate scienziati.

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Essi pensano che poiché, per mezzo della chimica, riescono a sintetizzare alcuni amminoacidi primitivi…

Srila Prabhupada: Questa è un’attività da artigiani, non è conoscenza. Per esempio, diciamo che tu dipingi una rosa su un quadro. Tu sei un pittore, non un uomo di conoscenza. “Uomo di conoscenza” indica colui che conosce come sono fatte le cose. Un pittore si limita ad imitare quello che vede e basta. Perciò l’arte e la scienza sono due livelli diversi.

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Allora se essi creano qualcosa di sintetico, questo è solo arte.

Srila Prabhupada: Sì. Per esempio, un bravo cuoco sa come mescolare le spezie e i condimenti per ottenere cibi molto gustosi. Perciò un chimico può essere chiamato un buon cuoco. La chimica non è nient’altro che l’arte di mescolare elementi chimici differenti e basta. C’è l’olio, c’è la sostanza alcalina, se vengono mescolate in modo professionale viene fuori il sapone che è molto utile.

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Gli scienziati però sono convinti che in qualche modo riusciranno a creare la vita e perfino un essere umano.

Srila Prabhupada: Non è che se voi non create la vita il mondo andrà in rovina, è un falso problema. La vita esiste già. Per esempio, ci sono moltissime automobili — se fabbrico un’altra automobile, questo mi renderà famoso? Ci sono già così tante automobili! Quando non c’erano ancora le automobili, il primo uomo che ne ha costruito una diventò famoso. “Sì, tu hai fatto qualcosa d’importante — una vettura senza cavalli. Le persone ne trarranno vantaggio — una cosa utile — molto bene.” Se però ci sono milioni e milioni di automobili che provocano incidenti e costruisco un’altra automobile, cosa ho fatto di utile?

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Niente.

Srila Prabhupada: Sì niente. E per ottenere questo “niente” si accingono a tenere grandi dibattiti a cui interverranno molte persone spendendo molto denaro.

Bhaktisvarupa Damodara Swami: Essi vogliono fare un essere umano migliore. Vogliono rendere migliore la vita.

Srila Prabhupada: Diciamo agli scienziati: “Non sprecate il tempo cercando di creare la vita. Cercate di rendere migliore la vostra vita, cercate di comprendere la vostra vera identità spirituale in modo che possiate diventare felici in questa vita. Questa è la ricerca che dovete fare.” La prima cosa che essi devono imparare è che c’è un autista, un’anima, dentro l’automobile del corpo. Questo è il primo punto della conoscenza. Se non si capisce questa semplice cosa, non si è differenti dagli animali. È l’autista — l’anima — che fa muovere l’automobile di questo corpo. Se l’autista ha conoscenza, allora può dirigere il proprio corpo verso la realizzazione del sé, in modo da poter tornare a casa, a casa da Dio. In questo modo si diventa perfetti. Per questo noi educhiamo l’autista — non cerchiamo di costruire un’altra macchina di latta.

Sul mangiar carne:

Ospite: Se l’uomo non mangiasse gli animali questi probabilmente morirebbero di fame o di qualcosa di simile.

Srila Prabhupada: Perché ti preoccupi così tanto degli animali che muoiono di fame? Preoccupati di te. Non essere così altruista — “Oh moriranno di fame. Mangiamoli.” Perché questo altruismo? Nessuno muore di fame. Questa è una teoria falsa. Avete mai visto degli animali morire di fame? Avete fatto quest’esperienza? Avete visto degli uccelli morire di fame? Nel regno di Dio non c’è il problema di morire di fame. Elaboriamo queste teorie per soddisfare i nostri sensi… Ci sono milioni di elefanti nella giungla africana e in quella indiana che ogni volta per mangiare hanno bisogno di mezzo quintale di cibo. Chi procura loro il cibo? Perciò non c’è il problema di morire di fame nel regno di Dio. La morte per fame è riservata al cosiddetto uomo civilizzato.

Ospite: Se l’uomo non fosse fatto per mangiare la carne, perché gli altri animali in natura uccidono per la carne?

Srila Prabhupada: Tu sei un “altro animale”?

Ospite: Sì, siamo tutti animali.

Srila Prabhupada: Ti consideri un animale? Ti classifichi tra gli animali?

Ospite: Sì, siamo tutti animali…

Srila Prabhupada: No, non tutti. Tu forse lo sei, ma noi no. Ti piace essere classificato tra gli animali?

Ospite: Non mi sento migliore degli animali. Rispetto tutte le creature di Dio.

Srila Prabhupada: Hai rispetto per tutte le creature e poi uccidi gli animali?

Ospite: Sì, — se l’uomo non è fatto per mangiare la carne — perché in natura gli animali si mangiano l’un l’altro.

Srila Prabhupada: Quando gli animali mangiano la carne, seguono la legge della natura. Quando tu mangi la carne infrangi questa legge.

Ospite: Cosa?

Srila Prabhupada: Per esempio la tigre non verrà mai a cercare i cereali. “Oh, voi avete molto grano, datemene un po’.” No. Anche se ci sono centinaia di sacchi di grano, non gliene importa, ma assalirà un altro animale. Questo è il suo istinto naturale. Ma perché tu mangi cereali, frutta, latte, carne e tutto quello che puoi avere? Che cosa significa questo? Non sei né un animale, né un essere umano. Stai usando male la tua forma umana. Dovresti pensare: “Quale cibo posso mangiare?”

Una tigre mangia la carne — è una tigre, ma io non sono una tigre, sono un essere umano. Se ho abbastanza cereali, frutta, verdura e altre cose che Dio mi ha dato, perché dovrei uccidere un povero animale? Questa riflessione è degna di un essere umano.

Tu sei un animale e in più un essere umano. Se dimentichi di essere un uomo, allora sei un animale. Pertanto, non siamo semplicemente degli animali. Siamo animali e in più esseri umani. Se potenzieremo le nostre qualità di esseri umani, la nostra vita sarà perfetta. Se invece rimarremo a livello di animali, la nostra vita non sarà perfetta. Dobbiamo migliorare la nostra coscienza di esseri umani; se potete vivere bene, tranquilli e in buona salute mangiando una grande varietà di cibi che ci sono dati, perché dovreste uccidere gli animali?

Oltre a ciò, da un punto di vista scientifico, i vostri denti sono fatti per mangiare vegetali. La tigre ha i denti per mangiare la carne. La natura glieli ha fatti così. La tigre deve uccidere un altro animale; perciò ha unghie, denti e molta forza. Voi invece non avete tutta quella forza. Non potete uccidere una mucca così — piombandole addosso come una tigre. Dovete costruire un mattatoio e starvene a casa… Se qualcun altro macella la mucca, potete mangiare bene… Che cosa significa questo? Fate come la tigre! Saltate addosso a una mucca e mangiatela! Ma non potete farlo.

Ospite: Allora tu non credi nella legge della natura. Io credo che la legge della natura si applichi a tutti nello stesso modo.

Srila Prabhupada: La tigre, per legge di natura, è fatta così, perciò può farlo. Voi non potete farlo — la vostra natura è differente. Voi potete discriminare, voi avete coscienza, dite di esseri uomini civili — allora dovreste utilizzare tutto questo. La forma umana è fatta per elevarsi alla perfezione della coscienza. Non possiamo rimanere al livello di coscienza di una tigre. Questo non è da esseri umani.

Un altro ospite: Siamo caduti da un livello più elevato ad uno più basso o proveniamo dalle piante e dagli animali?

Srila Prabhupada: Sì, naturalmente siete caduti da un livello più elevato ad uno più basso — dal mondo spirituale a quello materiale e poi più giù verso le forme inferiori. Poi siete progrediti e avete preso nuovamente la forma umana. Se userete la parte più elevata della vostra coscienza, andrete verso forme ancora più elevate: andrete da Dio. Se invece non utilizzerete questa vostra coscienza più elevata, ritornerete in forme inferiori.
Altrimenti, se indulgiamo nel mangiare carne, come una tigre, nella nostra prossima vita potremo avere il corpo di una tigre. Quale ne sarà il vantaggio? Supponete che nella mia prossima vita io diventi una tigre fortissima. Sarà un ottimo avanzamento? Conoscete la vita di una tigre? Non può neanche mangiare tutti i giorni. Assalta un animale e lo tiene nascosto e per un mese mangia carne in decomposizione — perché non sempre ha l’occasione di uccidere un animale. Dio non gli dà questa occasione. È naturale: nella giungla ovunque ci sia una tigre, gli altri animali fuggono. Autodifesa. Per cui solo in rare occasioni, quando la tigre ha troppa fame, Dio le dà l’occasione di uccidere un altro animale. Una tigre non può avere molti piatti appetitosi tutti i giorni. È solo nella forma umana che abbiamo tutte queste facilitazioni. Se però ne facciamo un cattivo uso, allora… si torna alla vita di tigre. Sarete molto forti, con tutta la capacità di assalire gli animali.

Sul cibo:

Membro dell’OMS: Tua Divina Grazia, quale suggerimento puoi dare riguardo al problema mondiale della carenza di cibo?

Srila Prabhupada: Suggerisco che la gente utilizzi tutti i terreni liberi per farne delle coltivazioni. Sia in Australia che in America ho visto moltissima terra che giace inutilizzata. Nessuno la usa e a volte si scaricano tonnellate di prodotti alimentari nell’oceano per mantenere i prezzi alti. Ho anche sentito che quando qui a Ginevra c’è stata un’eccessiva produzione di latte, per ridurla alcuni hanno proposto di macellare ventimila mucche. Il cervello delle persone oggi funziona così.
L’istruzione è molto semplice: producete il vostro cibo, tutto il cibo di cui il mondo ha bisogno, utilizzando la terra nel modo giusto. Ma non lo faranno, hanno abbandonato le fattorie e i villaggi per lasciarsi fagocitare dalla città e produrre viti e bulloni. Va bene allora, mangiate viti e bulloni. Mahatma Gandhi aveva in progetto di ripristinare uno stile di vita naturale così come lo ha creato Dio. Semplici villaggi e fattorie che avrebbero risolto non solo i problemi dell’India, ma quelli del mondo intero. Purtroppo Pandit Nehru, allora nostro primo ministro, stravolse tutto perché voleva l’industrializzazione. Il programma di Gandhi era molto bello: organizzatevi in piccoli villaggi rurali e producete il vostro cibo.
Vivete liberi dalle città e dalle fabbriche. In questo modo potete lavorare solo per tre mesi all’anno e fare scorte per tutto l’anno. Tre mesi di lavoro per una produzione che dura un anno, e il tempo che vi resta progredite spiritualmente, comportatevi da esseri umani, perché la vita che conducete ha i suoi rischi. Per quanto grande sia il nostro progetto, un giorno dovremo rinunciarvi in quanto lasceremo questo corpo. E non c’è modo di sapere in quale nuovo corpo rinasceremo.
Supponiamo che in questa vita io dedichi tutto me stesso alla costruzione di un grattacielo. Ebbene, nella mia prossima vita potrei dover vivere in quel grattacielo nel corpo di un cane o di un gatto solo perché ho sviluppato la coscienza grossolanamente egoistica di un cane o di un gatto. In quel momento a chi importerà che il grattacielo sia intitolato a me? Le cose stanno così. Nessuno può cambiare le leggi della natura, che sono proprio come una malattia infettiva: se ne venite contagiati, vi ammalate, tutto qui. Si nasce in una situazione buona o cattiva sulla base delle azioni compiute nel passato e le conseguenti, inesorabili reazioni assegnate dalla natura.
Oggi molta gente nemmeno crede che ci sia una vita dopo la morte. A Mosca, un illustre professore di nome Kotovsky mi disse: “Swamiji, non c’è niente dopo la morte.” Vedete? E’ un professore, eppure non ha alcuna conoscenza dell’anima. Proprio così, un illustre professore. Le cose vanno così, e mentre questa civiltà senza Dio si trascina, le leggi della natura creeranno sempre più problemi. Ci sarà pioggia insufficiente e, di conseguenza, un’insufficiente produzione di cibo.
Ovviamente questi problemi sono già cominciati, e per fornire una soluzione alla siccità e alla carestia, il governo scaricherà sulla gente una valanga di tasse. Allora, le persone saranno talmente in ansia che lasceranno il focolare domestico e se ne andranno a vivere nella foresta. Si sentiranno assillate dalla scarsità di pioggia e di cibo, e dalla tassazione del governo. Chi è in grado di mantenere l’equilibrio in una circostanza così difficile? Dunque, diventeranno tutti pazzi.