
In quella grande casa, una stanza sarà segreta come quella dei migliori romanzi. Mi ci recherò solo io chiudendo la porta dietro di me. Sarà un luogo di contemplazione, lettura, preghiera, meditazione, creazione, silenzio. Le pareti ospiteranno volti e parole. Su una, in bella calligrafia, questo Inno Agli Alberi di Hugo. Affacciandomi dalla finestrella, nel punto alto della casa, vedrò quel bosco così amato, così generoso e amico. E non saprò resistere dal discendere i piani velocemente e, in quel bosco, immergermi di luci e di fruscii, di carezze e di sussurri, alzando lo sguardo per cogliere la possenza di un albero, o sedermi ad ascoltare la sua voce.
Non rumori ma messaggi, non parole ma vibrazioni. E profumi. E respiri all’unisono. E pace.
Agli alberi Alberi della foresta, voi conoscete il mio animo! Come gli invidiosi, la folla loda e critica; Voi mi conoscete, voi! Mi avete spesso visto, Solo nelle vostre profondità, guardando e sognando. Voi lo sapete, la pietra su cui corre lo scarabeo, L’umile goccia d’acqua di fiore in fiore caduta, Una nuvola, un uccello, mi occupano un giorno intero. La contemplazione m’empie il cuore d’amore. Mi avete visto cento volte, nella vallata oscura, Con le parole che dice lo spirito alla natura, Interrogare sottovoce i vostri rami palpitanti, E con lo stesso sguardo inseguire al tempo stesso, Pensoso, la fronte chinata, lo sguardo nell’erba profonda, Lo studio d’un atomo e lo studio del mondo. Attento ai vostri suoni che parlano tutti un poco, Alberi, mi avete visto fuggire l’uomo e cercare Dio! Foglie che trasalite alla punta dei rami, Nidi di cui il vento da lontano semina le piume bianche, Chiarori, vallate verdi, deserti oscuri e dolci, Voi sapete che sono calmo e puro come voi. Come al cielo i vostri profumi, il mio culto a Dio si protende, E son pieno di oblio come voi di silenzio! L’odio sul mio nome sparge invano il suo fiele; Sempre, – io vi attesto, oh boschi amati dal cielo! – Ho cacciato lontano da me ogni pensiero amaro E il mio cuore è ancora come lo fece mia madre! Alberi dei grandi boschi che fremete sempre, Io vi amo, e voi, edera alla soglia degli altri sordi, Forre in cui si sentono filtrare le fonti vive, Cespugli che gli uccelli saccheggiano, gioiosi convivi! Quando sono tra voi, alberi di questi grandi boschi, In tutto quel che m’attornia e mi nasconde al tempo stesso, Nella vostra solitudine in cui rientro in me stesso, Sento qualcuno di grande che m’ascolta e che mi ama! Così, boschi sacri in cui Dio stesso appare, Alberi religiosi, querce, muschi, foresta, Foresta! È nella vostra ombra e nel vostro mistero, Nella vostra chioma augusta e solitaria, Che voglio riparare il mio sepolcro dimenticato, E che voglio dormire quando mi addormenterò. Victor Hugo

Ciao Roberta, stai facendo uno splendido lavoro che porta il lettore a cibarsi di vibrazioni alte. Anche questo scritto dedicato agli alberi, risuona perfettamente con ciò che vivo ogni giorno e che vorrei risuonasse in tutti gli esseri umani.
Grazie
Marco
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È magnifico, vero? Solo una parola: grazie!
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Non a caso i Celti, ad esempio, …
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Incanto, connessione profonda, Amore.
Grazie Roberta per questa condivisione.
Unita a te in questo nutriente respiro, ti abbraccio e abbraccio il tuo bosco.
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Grazie a te e a tutti coloro che si incantano.
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