Secondo Aristotele e il suo sistema di etica della virtù, il segreto della felicità si trova nell’equilibrio che ci permette di raggiungere l’Eudemonia (dal greco eudaimonia, eu-buono e daimon, demone o spirito buono).
Nell’Etica Nicomachea, il suo libro più noto scritto nel IV secolo a.C., egli elenca le virtù:
Mitezza: è la capacità di controllare il nostro temperamento e le prime reazioni. La persona paziente non si arrabbia troppo, ma non evita neppure di arrabbiarsi quando ne ha le ragioni.
Forza:è il punto medio tra codardia e imprudenza. La persona forte è quella che affronta il pericolo, essendo consapevole dei rischi e prendendo le necessarie precauzioni. Si tratta di non assumere rischi inutili, ma neppure evitare i rischi necessari per crescere.
Tolleranza: è l’equilibrio tra l’eccessiva indulgenza e l’intransigenza. Aristotele pensava che fosse importante tollerare, ma senza cadere nell’estremo di tollerare tutto, lasciando che gli altri calpestino i nostri diritti o ci feriscano deliberatamente senza risponderne. E’ tanto negativo essere estremamente tollerante quanto estremamente intollerante.
Generosità: è il punto centrale tra meschinità e prodigalità; si tratta di aiutare gli altri ma non concedersi al punto che il nostro io ne risulti diluito.
Modestia: è la virtù intermedia tra non riconoscersi sufficiente credito per i risultati ottenuti a causa di una bassa autostima e l’ego eccessivo che ci fa pensare di essere il centro dell’universo. Si tratta di riconoscere i nostri errori e le nostre virtù, assumendo le responsabilità che ci corrispondono.
Veracità: è la virtù dell’onestà, che Aristotele colloca a metà strada tra la menzogna abituale e la mancanza di tatto nel dire la verità. Si tratta di valutare lo scopo delle nostre parole e dire ciò che è necessario.
Grazia: è il punto intermedio tra l’essere un buffone ed essere antipatico e maleducato, ovvero essere in modo tale che gli altri possano godere della nostra compagnia.
Decenza: è il punto intermedio tra l’essere troppo timido e l’essere spudorato.
Equità: è la virtù di trattare in modo equo gli altri, a metà strada tra l’altruismo e il totale disinteresse. Consiste nel saper prendere in considerazione sia i bisogni degli altri che i propri.
Beh, devo dire che negli ultimi anni il mio grado di mitezza è cresciuto a dismisura, sono però ancora molto brava a prendermi rischi inutili (e comunque temo molto più la codardia) e tollero ‘quasi’ tutto. In pratica non sono esattamente equilibrata rispetto a queste voci, ma forse verso nessuna. Sull’onestà, però, non si discute.
“Io ho tre tesori che conservo e curo.
Il primo è benevolenza, il secondo frugalità, il terzo umiltà.
Pieno di compassione, posso essere coraggioso, frugale, essere generoso; umile, comandare.” Laozi
“Io ho tre tesori che conservo e curo.
Il primo è benevolenza, il secondo frugalità, il terzo umiltà.
Pieno di compassione, posso essere coraggioso, frugale, essere generoso; umile, comandare.” Laozi
"Mi piace""Mi piace"
Io sono in pieno percorso..
"Mi piace""Mi piace"