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STORIA
Roma, la Gallia, la Britannia, l’America, giacciono racchiuse già nel primo uomo. Esiste una relazione fra le ore della nostra vita e i secoli del tempo. Ogni singolo individuo è ancora una volta incarnazione della mente universale. Tutte le proprietà di essa esistono in lui. Ogni nuovo passo che egli compie nella sua esperienza privata getta la sua luce su quello che grandi masse di uomini hanno fatto, e le crisi della sua vita sono strettamente connesse alle crisi nazionali. Ogni rivoluzione fu dapprima un pensiero della mente di un solo uomo, e quando lo stesso pensiero nasce nella mente di un altro uomo esso diventa la chiave per capire quell’età.
Sentiamo il nostro animo in risonanza con i grandi momenti della storia, con le grandi scoperte, le grandi lotte, le grandi fortune degli uomini.
Un pittore mi disse che nessuno può dipingere un albero senza diventare in qualche modo un albero.
È stato detto che ‘le anime comuni pagano con quello che fanno, le anime più nobili con quello che sono’.
Una signora con la quale stavo cavalcando nella foresta, mi disse che sempre le pareva che i boschi ‘aspettassero’, come se i geni che abitano dentro di loro sospendessero le opere finché il viandante non fosse passato oltre.
Io ammiro l’amore della natura di Filottete. Leggendo quelle belle apostrofi al sonno, alle stelle, alle rocce, alle montagne e alle onde, io sento passare il tempo come un rifluente mare. Sento l’eternità dell’uomo, l’identità del suo pensiero. Il Greco ha avuto, sembra, gli stessi miei compagni. Il sole, la luna, il fuoco, l’acqua incontrarono il suo cuore esattamente come essi incontrano il mio.
Quando un pensiero di Platone diventa un pensiero mio, quando una verità che infiammò l’anima di Pindaro infiamma la mia, il tempo non esiste più. Quando io sento che noi due ci incontriamo in una percezione, che le nostre due anime sono imbevute dello stesso colore, e agiscono come se fossero fuse in una sola, perché dovrei io misurare i gradi di latitudine, perché dovrei contare gli anni d’Egitto?
Quando gli dei vengono in mezzo agli uomini, non sono riconosciuti.
La trasmigrazione delle anime non è una favola. Io vorrei che lo fosse, ma uomini e donne sono solo a metà umani. Ogni animale del cortile, del campo e della foresta, della terra e delle acque che sono sotto la terra, è riuscito a conquistare il suo posto e a lasciare l’impronta delle sue fattezze e della sua forma nell’uno o nell’altro di questi esseri eretti che parlano rivolti al cielo.
Quegli uomini che non sanno rispondere con una superiore saggezza sono fatti schiavi. I fatti li opprimono, li tiranneggiano e li rendono uomini dell’abitudine, uomini del senso, nei quali un’obbedienza letterale ai fatti ha spento ogni barlume di quella luce per la quale soltanto un uomo è veramente uomo. Ma se l’uomo è fedele ai suoi migliori istinti e sentimenti, rifiuta il dominio dei fatti, come uno che deriva da una stirpe più nobile, rimane fermamente attaccato all’anima, e vede il principio, allora i fatti ricadono docili e dominati al loro posto.
Io ritengo che il nostro sapere attuale sia di poco valore. Ascolta il topo sul muro, guarda la lucertola sulla siepe, i funghi sotto i tuoi passi, i licheni sul tronco. Che cosa conosco io, intimamente, moralmente di uno qualsiasi di questi mondi?
LA FIDUCIA IN SÉ STESSI
La virtù più ricercata è il conformismo. La fiducia in se stessi è il suo contrario. Essa ama non realtà e creatori, ma nomi e abitudini Chiunque vuole essere un uomo deve essere non conformista. Nulla in fondo è sacro se non l’integrità della propria mente.
L’uomo grande è quello che nel mezzo della mischia mantiene con perfetta serenità l’indipendenza della solitudine. L’obiezione che si può fare contro il conformarsi a usi che sono diventati lettera morta per te è basata sulla costatazione che ciò disperde le tue forze. Ciò consuma il tuo tempo e rende confusa l’impronta del tuo carattere.
Un’anima grande non ha proprio niente a che fare con la coerenza. Se ne può interessare come della propria ombra sul muro.
Nella strada, un uomo, non trovando in se stesso nessun merito che corrisponda alla forza che costruì la torre o scolpì un dio di marmo, si sente povero, quando guarda queste cose.
Sempre, quando un’anima è semplice e riceve una saggezza divina, le vecchie cose svaniscono: mezzi, insegnanti, testi, templi cadono in pezzi; essa vive ora, e assorbe passato e futuro nell’ora presente.
Queste rose che sono sotto la mia finestra non fanno nessun riferimento a rose precedenti o a rose migliori; esse sono quello che sono; esistono con Dio, oggi. Il tempo non esiste per loro. Esiste semplicemente la rosa; essa è perfetta in ogni momento della sua esistenza. Prima che una sola gemma sia sbocciata, la sua intera vita agisce; nel fiore completamente sbocciato non ce n’è di più; nella radice nuda di foglie non ce n’è di meno. La sua natura è soddisfatta ed essa soddisfa egualmente la natura di ogni momento. Ma l’uomo pospone o ricorda; egli non vive nel presente, ma con gli occhi rivolti indietro, lamenta il passato, oppure, noncurante delle ricchezze che lo circondano, si alza sulla punta dei piedi per prevedere il futuro. Egli non può essere né felice né forte fino a quando egli pure non viva con la natura nel presente, al disopra del tempo.
Soltanto la vita è utile e non l’aver vissuto. L’energia si arresta nell’istante del riposo, essa consiste nel momento di transizione da uno stato passato a un nuovo stato, nel superamento dell’abisso, nel balzo verso lo scopo. Proprio questo fatto il mondo odia; che l’anima divenga perché questo degrada per sempre il passato, cambia tutte le ricchezze in povertà, ogni reputazione in vergogna, confonde il santo con il briccone, spinge dalla stessa parte tanto Gesù che Giuda.
L’uomo non ha rispetto per l’altro uomo né il suo genio viene ammonito a rimanere in casa, a mettere se stesso in comunicazione con il suo oceano interiore, ma va all’estero a chiedere una tazza d’acqua alle urne di altri uomini. Noi dobbiamo andare soli. Io amo la chiesa silenziosa, prima che il servizio cominci, più di ogni predica.
Ma il vostro isolamento deve essere non meccanico, ma spirituale, vale a dire deve essere elevazione. Alle volte il mondo intero sembra cospirare per importunarti con enfatiche stupidaggini. L’amico, il cliente, il bambino, la malattia, il timore, il bisogno, la carità, tutti bussano in una volta alla tua porta chiusa e dicono: ‘Vieni fuori con noi!’. Ma tu mantieni la tua posizione; non entrare nella loro confusione.
La preghiera è la contemplazione dei fatti della vita dal più alto punto di vista. È il soliloquio dell’anima contemplante e giubilante. È lo spirito di Dio che enuncia la bontà delle sue opere- Invece una preghiera intesa come mezzo per raggiungere un fine particolare è bassezza e furto. Essa presuppone un dualismo e non un’unità fra natura e coscienza. Non appena l’uomo è tutt’uno con Dio, egli non prega più. Egli vedrà allora la sua preghiera in ogni sua azione. La preghiera del contadino che si inginocchia nel suo campo per sarchiarlo, la preghiera del rematore che si inginocchia al colpo del remo, sono vere preghiere udite attraverso la natura, benché innalzate per fini modesti.
Un’alta specie di false preghiere sono i nostri rimpianti. Lo scontento è la mancanza di fiducia in se stessi, un’infermità della volontà.
La società non progredisce mai. Se avanza da un lato, torna indietro da un altro.
La società acquista nuove arti e perde vecchi istinti. Quale contrasto fra l’Americano ben vestito, che sa leggere, scrivere, pensare, con un orologio, una matita, una lettera di cambio, e il nudo abitante della Nuova Zelanda, la cui proprietà è una mazza, una lancia, una stuoia e un ventesimo di una capanna indivisibile per dormirci sotto! Ma confrontate la salute dei due uomini e vedrete che il bianco ha perduto la sua forza primitiva.
L’uomo civile ha costruito un cocchio, ma ha perduto l’uso dei propri piedi. E’ sorretto da grucce, ma perde la propria forza muscolare. Possiede un bell’orologio ginevrino, ma ha perso l’abilità di dire l’ora secondo il sole. Ha un bell’almanacco nautico di Greenwich, e così, essendo sicuro di avere l’informazione che gli serve quando vuole, l’uomo della strada non conosce una sola stella nel cielo. Non osserva il solstizio; l’equinozio lo conosce appena; e l’intero calendario luminoso dell’anno è senza quadrante nella sua mente. I suoi taccuini gli ostacolano la memoria; le sue biblioteche sovraccaricano il suo spirito; l’ufficio delle assicurazioni moltiplica gli incidenti; e possiamo ben domandarci se le macchine non ci sono di ingombro; se non abbiamo perduto qualche energia con il nostro incivilimento.
COMPENSAZIONE
L’intero sistema delle cose viene rappresentato in ogni particella. Esiste qualcosa che somiglia al flusso e al riflusso del mare, al giorno e alla notte, all’uomo e alla donna, in un singolo ago di pino, nel gheriglio del grano, in ciascun individuo di ogni specie animale. La reazione, così grandiosa negli elementi, è ripetuta all’interno di questi limitati confini.
Allo stesso dualismo soggiace la natura e la condizione dell’uomo.
Per ogni cosa che hai perduto hai guadagnato qualcos’altro; e per ogni cosa che guadagni perdi qualcos’altro. Se le ricchezze crescono, esse vengono accresciute per usarle. Se il raccoglitore raccoglie troppo, la Natura prende via dall’uomo quello che egli mette nelle proprie casse; aumenta la proprietà ma uccide il proprietario. La Natura odia i monopoli e le eccezioni.
Esiste sempre una qualche circostanza livellatrice che abbassa sostanzialmente al livello degli altri l’arrogante, il ricco, il fortunato.
Benché nessun contrappeso al male appaia ancora, i contrappesi esistono, e appariranno. Se il governo è crudele, la vita del governante non è sicura. Se tassi troppo duramente, il reddito non produrrà nulla. Se rendi troppo duro il Codice penale, le giurie non condanneranno. Se la legge è troppo tenera, nasceranno vendette private. Se il governo è una democrazia terrificante, la pressione è arginata da una maggiore carica di energia nel cittadino.
Ogni segreto è rivelato, ogni crimine punito, ogni virtù ricompensata, ogni torto raddrizzato, in silenzio e con certezza.
Causa ed effetto, mezzo e fine, seme e frutto, non possono essere dissociati; perché l’effetto già fiorisce nella causa, il fine preesiste nel mezzo, il frutto nel seme.
Questa è l’antica dottrina della Nemesi, che vigila nell’universo e non permette che nessuna offesa rimanga impunita.
Tutti i vecchi abusi della società, i grandi e gli universali, i volgari e i particolari, tutte le ingiuste accumulazioni di ricchezza e di potenza, sono vendicate nella stessa maniera.
Le maledizioni ricadono sempre su coloro che le pronunciano. Se metti una catena al collo di uno schiavo, l’altra estremità si attorciglierà intorno al tuo.
Trattate gli uomini come pedine o birilli, e soffrirete quanto loro. Se disprezzate il loro cuore, perderete il vostro.
Pagate sempre, perché prima o poi dovrete pagare l’intero debito. Persone o eventi possono stare fra voi e la giustizia per un certo tempo, ma è soltanto un rinvio. Alla fine, dovrete pagare il vostro debito.
Tutti i beni materiali hanno la loro tassa, e se mi vennero senza merito o sudore, essi non hanno radici in me, e il prossimo vento li soffierà via.