Sto cercando di aiutare alcuni colleghi a comprendere le piante che abbiamo in ufficio. A considerarle non come mere macchie di colore, né come status dirigenziale, ma come esseri viventi.
Chi ha qualche anno sulle spalle ricorderà lo sceneggiato RAI dal titolo ‘Gamma’, che a me aveva colpito moltissimo. Ero bambina, ma ho subito provato interesse per ciò che veniva raccontato. La storia ruotava attorno agli esperimenti condotti anni prima dal maggior esperto del funzionamento della macchina della verità. In un momento di noia, egli provò ad applicare gli elettrodi della macchina sulle foglie della pianta del suo ufficio e, con suo stupore, registrò un’attività emotiva. Da lì, continuò la sua sperimentazione; ad esempio, bruciò dapprima una foglia della pianta e, successivamente, si riavvicinò alla pianta stessa con una fiamma: alla sola vista di questa, il grafico registrò un’impennata emotiva della pianta.
Sei persone furono introdotte in una stanza di fronte a due piante della stessa specie. Estratta a sorte una di loro, le fu ordinato di infierire brutalmente su una delle due piante fino a ucciderla, lasciando che la seconda pianta ne fosse testimone. Ognuna delle sei persone, furono poi reintrodotte nella stanza una alla volta, posizionandosi di fronte alla pianta testimone che era stata collegata alla macchina della verità. Per cinque di loro, la pianta testimone rimase totalmente indifferente, ma quando entrò il sesto, artefice del brutale gesto, il tracciato della pianta testimone impazzì.
Le piante, infatti, avvertono i pericoli e si avvisano reciprocamente tra soggetti della stessa specie. Quando, ad esempio, una pianta viene attaccata da un erbivoro, come un insetto, rilascia delle sostanze che vengono riconosciute dai predatori che si nutrono dello stesso insetto. E’ quindi una richiesta di aiuto indiretto: la pianta chiama in aiuto il nemico del proprio nemico (che è quindi un amico).
Le piante, inoltre, ci guardano, vedono il nostro comportamento. Ci captano, ci percepiscono, sentono le energie che emaniamo, le frequenze. Noi possiamo interagire con una pianta in maniera anche molto sottile, lei percepirà la nostra intenzione, il nostro cuore; se starà avvizzendo, quello è un avvertimento del nostro stesso avvizzimento. Se, viceversa, sarà rigogliosa, rispecchierà la nostra bellissima anima.