Quel Museo era grandioso, pieno di opere preziose e di incredibili bellezze. La gente vi andava a fiumi per ammirare ogni singolo oggetto, ogni singola creazione. L’edificio stesso era un’opera d’arte, con preziosi marmi, statue e decori che lo impreziosivano totalmente.
Al centro del Museo, nella sala principale, era posizionata una statua di rara bellezza, che tutti osservavano con stupore per la sua indicibile perfezione. In milioni, arrivavano da tutte le parti del paese per poter restare anche solo pochi minuti in ammirazione di questa statua.
Una notte, una mattonella di marmo si rivolse alla statua dicendole:
‘ Cara statua, sia io che te arriviamo dalla stessa cava, abbiamo fatto lo stesso percorso per giungere sin qui, siamo passati tra le mani dello stesso scultore. Eppure, io vengo calpestata mentre tu sei adorata. Perché? E’ ingiusto! ‘
La statua rispose:
‘Ricordi che, quando siamo arrivati dallo stesso scultore, il pezzo di marmo che lui scelse per farne una statua eri tu? Cominciò a scalpellarti, ma tu urlavi! ‘
‘Certo che lo ricordo, mi faceva molto male, non sopportavo quei colpi e volevo che smettesse! ‘
‘Esatto. – continuò la statua – Ti sgretolavi tutta; allora lui è passato ad un altro pezzo di marmo, e quel pezzo ero io. E sentivo quei colpi, sentivo quel dolore, mi faceva molto male. Ma sapevo che quello che avrebbe fatto di me era un’opera d’arte. Così ho sopportato il dolore. ‘
Se non vogliamo essere calpestati, ma desideriamo altro, abbiamo bisogno di reggere dei colpi. Quando arrivano quei momenti dolorosi che ci scalpellano, veniamo scolpiti. Dovremo sopportarli per ciò che saremo dopo: un’opera d’arte.