Non più tardi di ieri avevo un pessimo stato d’animo, un malessere all’ennesima potenza. Avviene, forse per tutti, quando la concentrazione di meschinità attorno a noi va oltre una certa soglia e, poiché purtroppo sono un’empatica, cedo il mio spirito e ne ottengo questa in cambio. La mia anima comincia a soffrire, giorno dopo giorno, fino a raggiungere una vera e propria sconnessione. Sulla sconnessione dell’anima varrà la pena scriverci qualcosa, perché è una questione estremamente seria e pericolosa. Credo di aver raggiunto una delle mie peggiori giornate proprio ieri. Non ero in me stessa, non sapevo chi fossi, avrei potuto fare qualunque azione. Per meschinità non intendo mai le piccole cose, i piccoli gesti, le azioni semplici, i lavori elementari, ma solo il livello dei pensieri, dei ragionamenti, i disvalori delle persone con cui mi rapporto. Quando questa si accumula e raggiunge quel certo livello di saturazione, esplodo come un vulcano che si stia preparando da tempo. C’è di buono che poi rinsavisco e sprizzo energia da tutti i pori. Non svelo cosa ho fatto, ma questa mattina ero tutt’altra persona; ho riflettuto che, tra le cose che forse un po’ mi sono fatta mancare ultimamente, si collocano le risate a crepapelle. Quando mi mancano, vado indietro nel tempo a pescare tra i ricordi. E le trovo eccome! Ho riso a crepapelle per interi anni di liceo, in classe come fuori; ho riso a crepapelle con una cugina con cui ho trascorso vacanze on the road meravigliose (con lei sono stata male dal ridere). Ho riso a crepapelle nei primi anni di lavoro, con le colleghe. L’ho fatto fino ad alcuni anni fa con altri colleghi, inviandoci delle mail e poi chiamandoci e attaccando a ridere per ciò che avevamo scritto. Ancora oggi, quando mi incontro anche solo furtivamente con le persone con cui ho riso tanto, il sorriso che ci scambiamo non è quello che ci scambieremmo con altri. E’ d’intesa e lo sappiamo solo noi, che abbiamo condiviso un meraviglioso divertimento che non è appartenuto ad altri. Ecco, forse, qualcosa che unisce le persone. Se con uno ridi parecchio, il legame che si crea rimane.
Ed ecco un fotogramma dal film ‘Ragione e Sentimento’ di Ang Lee; L’ho appeso in casa mia da anni, perché è proprio quel tipo di leggerezza di cui ho bisogno ogni tanto, anche perché conosco bene la scena stessa del film. Quando lo guardo, qualunque stato d’animo io abbia, rido.
Grazie a te per la risposta! Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Buona notte! 🙂
Anche quest’altro film ti dà un senso di leggerezza davvero delizioso: https://wwayne.wordpress.com/2019/03/02/povero-ma-felice/. L’hai visto?
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No! Lo guarderò con piacere. Grazie per la segnalazione. 😊😊
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Grazie a te per la risposta! Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Buona notte! 🙂
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Grazie ancora, di cuore ❤❤❤
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Anche quest’altro film ti dà un senso di leggerezza davvero delizioso: https://wwayne.wordpress.com/2019/03/02/povero-ma-felice/. L’hai visto?
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Divertirsi, in un mondo che facciamo divertire, lo considero centrale (e vista l’aria che tira direi anche piuttosto urgente…).
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Già, e tutto concorre a non farci ridere.
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