Il nuovo documentario Dominion, della durata di due ore, racconta in modo estremamente toccante gli orrori dello sfruttamento animale in ogni settore, ma soprattutto in quello degli allevamenti per l’alimentazione umana. Si tratta di un film che mostra immagini di enorme impatto emotivo. La versione italiana sarà disponibile a partire dalla metà di ottobre, con una “prima” al Cinema Classico di Torino (Piazza Vittorio Veneto, 5) il 14 ottobre alle ore 17.30.
Attraverso le immagini catturate dalle telecamere nascoste all’interno di allevamenti e macelli, il film riesce a far davvero percepire la sofferenza estrema degli animali, la loro disperazione, il loro grido di aiuto. Mostra cosa accade realmente agli animali e come sono trattati dai lavoratori quando “nessuno vede”. Si tratta di allevamenti standard, non peggiori né migliori di altri, sono gli stabilimenti che esistono in tutto il mondo, perché le tecniche di allevamento e di macellazione sono le stesse dappertutto, così com’è lo stesso il disinteresse per la vita e la sofferenza degli animali, considerati come merce.
Che ci si trovi in Italia, in Australia, negli USA, in Germania, nel Regno Unito o in qualsiasi altra nazione del mondo, le scene sono sempre le stesse e lo vediamo dalle investigazioni fatte in tutti i paesi. Le voci narranti spiegano tutto questo e non lasciano dubbi sulla necessità di porre fine a questo massacro, una vergogna per l’umanità intera.
Ecco le parole del regista Chris Delforce, tratte dalla sua intervista sul sito del film.
“Le industrie che traggono i loro profitti dallo sfruttamento e maltrattamento degli animali si nascondono dietro un muro di segretezza – sanno che se i consumatori vedessero coi loro occhi ciò che succede veramente nella produzione di carne, latticini, uova, pelle, ecc., moltissimi smetterebbero di consumare questi prodotti e queste industrie cesserebbero di esistere. Nei miei 7 anni di attivismo per gli animali ho lavorato per demolire questo muro, per forzare la trasparenza su questi luoghi veramente orribili.”
“La cosa più importante che voglio comunicare agli spettatori è che gli animali sono individui, esseri senzienti – pensano, provano emozioni, sentono dolore, soffrono. I maiali che trovano una morte orrenda nelle camere a gas non sono diversi dai cani e gatti che fanno parte della nostra famiglia e che amiamo. Non vogliono morire e ogni spettatore ha il potere di fermare tutto questo… al contrario di quanto avviene su altri temi di ingiustizia sociale, non dobbiamo convincere un governo a fare la cosa giusta, ma sta solo a noi come consumatori. E’ nelle nostre mani ed è una nostra responsabilità.”
“Nella maggior parte dei casi sappiamo abbastanza bene cosa ci aspetta, quando filmiamo con le telecamere nascoste, ma non sempre questo è sufficiente per essere preparati a quello che poi si vede. Filmare il massacro di migliaia e migliaia di pulcini maschi gettati in un frullatore di dimensioni industriali, perché l’industria delle uova li considera inutili, o vedere i vitelli maschi dell’industria del latte portati via dalle madri, che rincorrono disperatamente i camion, di nuovo perché i vitelli sono visti come ‘scarti di lavorazione’… questi sono fatti che abbiamo sempre saputo, ma vederli davvero è tutta un’altra cosa.”