Sere d’estate

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Questo caldo mi uccide. Perdo la lucidità, lo odio con tutta me stessa! Dopo l’ennesima giornata trascorsa sui mezzi, in cui vedi le facce stralunate di persone che non hanno dormito la notte, lo sguardo vitreo di chi medita un omicidio, dopo aver visto sul treno, dotato di aria condizionata a manetta come piace a me, donnette insignificanti che indossano un maglione per ripararsi dal freddo, dopo un paio di chilometri sotto il sole cocente di fine pomeriggio, eccomi a casa praticamente sciolta. Non mangio, non dormo da mesi. Mi sto spegnendo giorno dopo giorno. Sparirò liquefatta tirando maledizioni a questo inferno che ci tocca tutti gli anni.

A casa, dunque, sotto la doccia non tiepida, non fresca, ma fredda per rabbrividire infastidita da tanto contrasto. A casa a bagnare le piante e a dir loro una parola. A casa a confortare Missy, la mia gatta Blu di Russia, magnifica nel suo cappottino estivo, a dirle che ora ci sono io e le restituirò un po’ di frescura.

Trascorre la sera ed esco sul balcone con una sigaretta in mano. Seminuda, se può essere detto, tanto chi mi vede? E’ buio e guardo le stelle cercando un po’ di ossigeno. Non sono le stelle che vedrei in montagna, là dove il cielo è l’intera volta celeste con tutte le costellazioni, ma è pur sempre un cielo di stelle. Guardo di fronte a me verso le altrui abitazioni. Non sono vicine, ma le luci di altri appartamenti mi permettono di vedere dentro anche se non volessi. Tutti hanno le finestre spalancate. C’è una donna che, alle 23:30, lava i piatti. E’ albanese, l’ho sentita parlare. Donne che sgobbano, donne vere.

Da un’altra abitazione si sente urlare una tizia, che a dire il vero non mi è mai piaciuta. E’ aggressiva, ha un marito molle e lei bestemmia contro la madre anziana. Le parole che le dice sono molto offensive. Eppure, fa la volontaria in ambulanza. L’ho sempre pensato, io, che nelle cosiddette famiglie per bene si celano le peggiori nefandezze. Un giorno, però, la incrocerò per strada e due paroline gliele dirò. I genitori anziani, i bambini, gli animali, NON SI TOCCANO!

Tiro una boccata di sigaretta e guardo  il fumo salire verso l’alto.

Dall’appartamento di fianco a me, invece, la solita madre scema che urla al bambino. Questa tipa lavora a due metri da casa, alle 16:00 e già rientrata, ha i genitori che pensano a tutto e si permette anche di essere stressata. Dice a suo figlio che non merita nulla, gli grida dietro tutte le sere e tutti i week-end. Un giorno diventerà uno psicopatico. Anche qui, un marito molle.

Un cane abbaia su un balcone. I suoi due padroni ogni tanto se lo dimenticano e lui continua ad abbaiare. Li tengo d’occhio e abbiamo già fatto sapere loro che, se non ne avranno maggiore cura, interverremo a difesa del cane.

Cambio situazione e mi sporgo da un’altra finestra. C’è un grande orto curato da un signore di una villetta. Lo bagna con cura, ci semina una marea di cose. Passa Kitty, il gatto della vicina che gironzola tutta la notte, scava nel mezzo dell’orto, ci fa i suoi bisogni e copre con accuratezza. Lo fa spesso e mi strappa una risata tutte le volte.

Sere d’estate.

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