Nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1776) vi è questo passaggio che desta grande attrazione:
‘Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governanti’.
Chissà cosa intendevano per felicità; di certo non ciò che ne è poi scaturito, dato che la civiltà statunitense/anglosassone ha inteso raggiungere la felicità personale a discapito del pianeta intero. Nemmeno mi risulta sia una società particolarmente felice, tutt’altro. Ho curiosato un po’ di Costituzioni europee e non solo, notando come nelle altre non si parli di felicità o benessere, in linea di massima, ma di diritti. Come se, in qualche modo, la legge possa darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. La dignità e i pari diritti non sono sufficienti per rendere felice un popolo, ne’ può renderlo un’intera Costituzione. Non c’è Costituzione che non sostenga che gli uomini nascono e restano liberi (e non è vero), che hanno pari dignità (e non è vero), che il suo scopo è di tutelare i valori sommi della giustizia e dell’uguaglianza. Mai come in quest’epoca, invece, si assiste ad enormi disuguaglianze, sia all’interno del singolo Stato che tra Stati che hanno simili Costituzioni. Mentre le Costituzioni di altri Paesi esordiscono così, tutte similmente, la Recpubblica Italiana si fonda sul lavoro (Art. 1), ed io non ho mai compreso cosa significhi. In ogni caso, non desidero si fondi sul mio.
Se la Costituzione fosse una raccolta dei nostri valori, allora dovremmo smetterla, ad esempio, di produrre ed esportare armi pesanti, visto che ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta` degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11).’
Ipocrisia.
Poi ho letto la Costituzione del Tibet, nel cui articolo 1 si definisce il Dalai Lama “Protettore e Simbolo del Tibet e del popolo Tibetano”. L’articolo afferma che il Dalai Lama dovrà esprimere il proprio parere e dare il proprio sostegno in materia di protezione e promozione del benessere fisico, spirituale, etico e culturale del popolo tibetano.
E ancora, Articolo 7: Il futuro Tibet sarà una zona di pace e si sforzerà di sganciarsi dalla produzione di tutte le armi distruttive, comprese quelle nucleari e chimiche; e, attualmente, i tibetani in esilio si asterranno da ogni guerra come mezzo per raggiungere l’obiettivo comune del Tibet, o per qualsiasi altro scopo.
Di fronte a questa, le nostre appaiono ridicole, perché si muovono su un piano decisamente più basso. Tutte.
Ecco perché acquisterò la bandiera tibetana e la esporrò, perché è un popolo unico da me preso come modello e che intendo sostenere nella sua battaglia. E’ un popolo meraviglioso, che dovremmo tutti conoscere e imitare nei sentimenti e nell’umiltà, che lo pongono ad un piano più elevato, come dall’altezza di quelle montagne.
Anch’io comprerò la bandiera. TIBET LIBERO
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Grande Ale!
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