Agosto va verso la conclusione, e settembre è ormai alle porte. Un bellissimo mese da cui si riparte, si riprendono le attività interrotte e si formulano progetti e propositi. Nessuna vacanza, nessuna interruzione delle ordinarie attività, del proprio lavoro, della propria quotidianità, ha ragione di durare per sempre, in quanto cambierebbe la propria natura. Per me, una vacanza serve per fermarmi, riposarmi e ricaricare le pile, oppure per stancarmi in attività diverse da ciò che compio tutti i giorni. Serve, soprattutto, per fare ciò che desidero fare.
Durante la mia vacanza, io cerco la quadra di me stessa, per così dire. Mi occorre per riallinearmi, come un pianetino che, ruotando e ruotando in un sistema solare, si allontana di un centimetro al giorno dalla propria traiettoria, dalla propria natura. Ritrovata la centratura, posso riprendere da dove avevo lasciato, ma con uno sguardo diverso. Sono io a cambiare, tutte le volte, e non la realtà circostante. Siamo noi.
A settembre alzo sempre la posta. Elenco una serie di progetti e propositi che, proprio la pausa, mi ha permesso di elaborare. C’è spazio per:
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Nuove attività a cui mi dedicherò;
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Vecchie abitudini o attività che intenderò dismettere;
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Progetti da avviare;
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Rami verdi da coltivare, di cui avere cura, cioè persone nelle quali si vede del buono, qualcosa da amare in loro e di loro;
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Rami secchi da sfrondare, ovvero persone in cui si pensava di aver visto qualcosa, ma questo qualcosa non c’era affatto. Persone che non ci hanno rispettate, non ci hanno cercate, non ci hanno capite. Persone con cui non ci sentivamo noi stesse.