Secondo Pascal, e secondo me pure, l’atteggiamento dell’uomo comune nei confronti dei problemi esistenziali è quello di ricorrere al divertissement, ovvero ad una forma di stordimento di sé ottenuta tramite una miriade di intrattenimenti sociali che gli permettono di fuggire. Ma da cosa fugge l’uomo? Sempre secondo Pascal, egli fugge da una sua propria infelicità, che è una costante, e dai supremi interrogativi circa la vita e la morte.
‘Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci.
(Pensieri, 168)
Nello stare senza occupazioni, senza passioni, senza cose da fare, e soprattutto senza divertimento, l’uomo percepisce il suo niente, il suo vuoto interiore. Il pregio fondamentale di tutte le occupazioni consiste proprio nel distrarre l’uomo dalla considerazione di sé e della propria miserevole condizione.
‘Noi non cerchiamo le cose, ma la ricerca delle cose: non viviamo nel presente, ma in attesa del futuro. In tal modo non viviamo mai, ma speriamo di vivere e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali’.
(Pensieri, 172)
Il divertimento è solo un’illusione che non genera felicità, ma disperde l’uomo nella più grande delle sue miserie. Per Pascal, il divertimento non è un atteggiamento degno dell’uomo, il quale non deve chiudere gli occhi di fronte alla sua miseria, ma deve saper accettare, lucidamente, la propria condizione.
Beh, che dire? In questo mese di agosto, ormai verso la fine, ho fatto praticamente di tutto fuorché divertirmi. In effetti, il divertimento come occasione ricercata, come mondanità, non mi interessa da molti anni. Il mio stile di vita è così sobrio e privo di fronzoli da indurmi a cogliere bellezze e gioie, attimi di felicità infinitesimali, che non potrei cogliere in un divertissement voluto. Detto questo, è stato ancora una volta nel mese di agosto che una grande disgrazia si è abbattuta sul nostro Paese. Ci vedo un po’ una metafora: mentre si desidera divertirsi un po’, lasciandoci alle spalle le preoccupazioni quotidiane nei giorni di Ferragosto, è lì che veniamo colpiti, come ad obbligarci a tornare alla nostra miseria di uomini, impossibilitati a non pensare alla morte.
“Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.” (T.T.)
Si, vedo attorno a me molti tentativi di ricerca del divertimento a tutti i costi, come stordimento. Ma nella nostra società c’è un’enorme dose di infelicità. Tu come la pensi?
Sono totalmente d’accordo con te. Molti sono infelici o vuoti, e cercano di colmare questo vuoto o non pensare alla loro infelicità stordendosi in tutti i modi possibili e immaginabili. Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂
Si, interessante il tuo post, hai approfondito il tema egregiamente. Ma c’è anche un modo più sottile di stordirsi e nn é necessariamente l’avere un cocktail in mano, quanto l’essere sempre fuori, passando da una cena all’altra, o avendo sempre gente per casa.
“Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.” (T.T.)
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Triste.
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Dei due pensieri quale ti piace di più?
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Intendi se concordo con Pascal?
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Sì. 🙂
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Si, vedo attorno a me molti tentativi di ricerca del divertimento a tutti i costi, come stordimento. Ma nella nostra società c’è un’enorme dose di infelicità. Tu come la pensi?
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Sono totalmente d’accordo con te. Molti sono infelici o vuoti, e cercano di colmare questo vuoto o non pensare alla loro infelicità stordendosi in tutti i modi possibili e immaginabili. Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂
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Si, interessante il tuo post, hai approfondito il tema egregiamente. Ma c’è anche un modo più sottile di stordirsi e nn é necessariamente l’avere un cocktail in mano, quanto l’essere sempre fuori, passando da una cena all’altra, o avendo sempre gente per casa.
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Ciao Roberta
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