Ed eccomi a scrivere anche di musica, cominciando da un compositore francese, eccentrico e innovativo. Molto innovativo.
Erik Satie, vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, ha frequentato pittori e poeti d’avanguardia e, come tutti loro, provava un senso di fastidio verso l’insegnamento e l’ambiente accademico, limitante e invasivo. Quello stesso ambiente accademico che non riconosceva in lui alcun talento, perché il talento veniva interpretato come la capacità di saper svolgere magistralmente qualcosa di già visto, di già prodotto.
Molti suoi brani sono rabbiosi e rumorosi, volutamente, ma quelli a cui io alludo – e sono famosissimi – mi fanno raggiungere quella parte di me più autentica. Le tre Gypnopedie che inserisco sono brani di un livello altissimo; niente virtuosismo, ma una ricerca della nota perfetta, per suscitare sentimenti molto intensi, di malinconia, di tristezza, di assoluto. Accordi in minore che toccano l’anima.
Eccole:
Oltre a queste, ha composto la serie delle Gnossienne, di cui pubblico le prime 6. Spesso le persone scappano dalle situazioni malinconiche; io, invece, che ho un animo romantico, non posso che nutrirmene.
Questa mattina ho cominciato la giornata con un pezzo di Satie “Première Gymnopédie”… ti prende la mano e ti porta sulle alte vette…..
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Vero, Ale, che fa questo effetto? Ale, mi mancano le ns chiacchiere!!!
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Ciao Roberta, grazie per aver scritto questa piccola biografia su Erik Satie, è uno dei miei artisti classici preferiti, ogni sua composizione, mi fa emozionare tantissimo.
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Come si fa a non amare le sue note malinconiche e struggenti … grazie a te.
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