Qualcuno, incuriosito e volendo sapere cosa stessi leggendo, si è messo a ridere. Ha iniziato con gli scongiuri e le solite battute cretine. Si sa, da noi di tutto si può parlare fuorché della morte. E invece, ho appena finito questo libro ed è proprio nel mese delle festività che ritengo di volerne parlare, perché festeggiamenti e morte vanno a braccetto, più di quanto non ci si renda conto.
Questo libro parla della profonda conoscenza che la civiltà tibetana ha del processo della morte e di tutti i suoi stadi intermedi, dai momenti appena precedenti ad essa fino al momento della completa liberazione e alla successiva reincarnazione. Insegna a prepararsi alla morte durante il corso di tutta la propria vita per arrivare pronti, per sapere di che si tratta, per non esserne spaventati, per avere idea di cosa succederà dopo. Vi si trovano tutte le preghiere che vanno recitate sia personalmente che da parte dei conoscenti o parenti che, attraverso di esse, accompagneranno la persona cara durante l’intero processo. Vi sono spiegati i preparativi di tipo etico, che implicano il controllo mirato delle proprie abitudini di vita come se la morte fosse imminente. Esse sono: sviluppare la generosità, la sensibilità verso il prossimo e la tolleranza. Un’altra indicazione è quella di donare cose che ci appartengono: non solo quelle che non ci interessano, bensì proprio quelle che ci piacciono. Questo perché ciò che conta non è la grandezza del dono, bensì l’attaccamento che noi abbiamo sviluppato verso di esso. Praticandolo, e osservando i processi mentali che accompagnano l’atto di abbandonare ciò a cui si è attaccati, trascendiamo il nostro ego e giungiamo a fine vita con maggiore umiltà e privati di attaccamenti che ci farebbero odiare la morte. Bisogna anche osservare i nostri sentimenti e le nostre relazioni pensando che potremmo non esserci più e, dunque, ciò che più dovremmo avere a cuore è la felicità delle persone che amiamo. Occorre concentrarsi sulle azioni che rendono i nostri amici e i nostri cari non divertiti in maniera superficiale, ma realmente felici. E’ bene pensare agli altri prima che a noi stessi. Comprendere che ogni legame è temporaneo.
Lo pensi, e te lo fanno credere?
Ci si deve lavorare sopra, sempre, sempre ma con fiducia e amore nei nostri confronti.
Ognuno di noi è speciale , unico e irripetibile
“Per alcune persone l’idea della compassione comporta un totale disprezzo o addirittura un sacrificio dei propri interessi. Non è questo il caso. In effetti, prima di tutto dobbiamo avere il desiderio di essere felici noi stessi – se non amiamo noi stessi in questo modo, come possiamo amare gli altri?” S.S. XIV Dalai Lama
Che bello!!! Ti consiglierei di leggere anche la versione tradotta da Norbu… 🙂
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Grazie Alessandro per il suggerimento.
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Dobbiamo tutti lavorarci molto …
tutti noi uguali in questa imperfezione
ma quanto è importante questo cammino …
un abbraccio,
Monica 🙂
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Io vorrei tanto sentirmi giusta. Ma non lo sono. Grazie Monica
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Lo pensi, e te lo fanno credere?
Ci si deve lavorare sopra, sempre, sempre ma con fiducia e amore nei nostri confronti.
Ognuno di noi è speciale , unico e irripetibile
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Grazie cara, sei molto sensibile.
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“Per alcune persone l’idea della compassione comporta un totale disprezzo o addirittura un sacrificio dei propri interessi. Non è questo il caso. In effetti, prima di tutto dobbiamo avere il desiderio di essere felici noi stessi – se non amiamo noi stessi in questo modo, come possiamo amare gli altri?” S.S. XIV Dalai Lama
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